Manovre Pechino in Mar cinese meridionale, protesta degli Usa

Si lamentano anche le Filippine e il Vietnam

LUG 3, 2020 -

Roma, 3 lug. (askanews) – Gli Stati uniti hanno puntato il dito contro le manovre navali che la Cina ha avviato il 1 luglio nel Mar cinese meridionale, sostenendo che si tratta di un supporto a “illegali rivendicazioni marittime di Pechino” e una minaccia ai vicini nel Sudest asiatico.

“Le esercitazioni militari sono l’ultimo episodio di una lunga striscia di azioni della Repubblica popolare cinese per affermare illegali rivendicazioni marittime e colpire gli interessi dei vicini nel Sudest asiatico”, ha affermato il Dipartimento alla Difesa Usa in un comunicato.

Gli Usa hanno risposto facendo navigare la nave USS Gabrielle Giffords nelle vicinanze della nave cinese HaiYang Di ZHi 4 Hai I.

Il portavoce del ministero Zhao Lijian ha respinto la dichiarazione del Pentagono nella quotidiana conferenza stampa di oggi sostenendo che le isole Paracel, nelle cui vicinanze si tengono le manovre, sono indiscutibilmente territorio cinese e che, quindi, Pechino è nel pieno dei suoi diritti sovrani. Semmai, ha continuato, sono “alcuni paesi esterni (gli Usa, ndr.)” che tengono “massicce attività militari per flettere i loro muscoli” e questo “danneggia la stabilità nel Mar cinese meridionale”.

Ma a criticare Pechino sono stati anche Vietnam e Filippine, che hanno a loro volta rivendicazioni territoriali nella zona. Il ministero degli Esteri vietnamita ha anche segnalato che le manovre sono una violazione della loro sovranità e possono danneggiare la relazione della Cina con l’Asean (Associazione delle nazioni del Sudest asiatico). Hanoi ha anche inviato una nota di protesta alla Cina.