Patronati: ok a Bicamerale italiani nel mondo

Ma ci deve essere un riconoscimento del loro lavoro

GIU 17, 2020 -

Roma, 19 giu. (askanews) – I patronati hanno espresso un parere positivo sulle proposte di legge di una Commissione bicamerale che si occupi degli Italiani all’Estero. Lo riferisce Italia chiama Italia.

“Con la bicamerale potremo avere un interlocutore con il quale confrontarci fattivamente sulle proposte che da tempo abbiamo avanzato”, ha dichiarato Maria Candida Imburgia dell’Ital-Uil, intervenuta in audizione alla Camera nell’ambito dell’esame delle proposte di legge.

Però, ha continuato, “ci deve essere un riconoscimento del ruolo dei patronati. Ogni giorno accogliamo milioni di cittadini italiani all’estero e siamo garanti dei loro diritti. Si tratta di un servizio universale gratuito rivolto alla persona all’interno di una comunità residente all’estero”.

Anche Gianluca Lodetti dell’INAS-Cisl ha un’opinione positiva delle proposte: “Da noi arriva il parere più che positivo all’istituzione della bicamerale. Potrebbe essere un momento di sintesi molto importante. L’auspicio è di vedere inserite nel lavoro della commissione tante tematiche a noi care”.

“Siamo entusiasti – ha fatt eco Andrea Malpassi, dell’INCA-Cgil – all’idea che venga istituita una bicamerale per gli italiani nel mondo nella quale si immaginano coinvolti anche i parlamentari eletti in Italia. Sarebbe un modo per creare un legame forte tra il lavoro dei patronati e le politiche per il Paese”.

“Sostegno per la ricerca della casa e del lavoro e l’apprendimento della lingua sono ancora le richieste che emergono con più forza tra i nostri connazionali all’estero e alle quali il nostro sistema paese non riesce a dare una risposta complessiva. È necessario rinnovare in questo senso la mission dei patronati e la bicamerale ci può aiutare a fare il salto di qualità”, ha detto Matteo Bracciali delle ACLI.

Bracciali ha tuttavia precisato che c’è da affrontare “la questione dell’identità dei patronati: è necessario dare alla rete strumenti per essere luoghi di integrazione”.

Inoltre Bracciali ha sottolineato che bisogna “investire in formazione è importante perché l’integrazione passa in gran parte da questo. Oltre al lavoro di welfare sul territorio dobbiamo provare a inventarci dei servizi pre-partenza per creare consapevolezza in chi parte”.