Cina, proposta eliminazione traduzione delle conferenze stampa

Mozione al "parlamento": d'ora in poi eventi solo in cinese

MAG 28, 2020 -

Roma, 28 mag. (askanews) – Un parlamentare cinese ha proposto al Congresso nazionale del popolo in corso a Pechino – secondo quanto racconta oggi il South China Morning Post – che venga eliminata la traduzione in lingue straniere delle conferenze stampa di tutti i maggiori eventi pubblici.

La mozione è stata presentata dal sindaco della città di Zhuzhou, una città nello Hunan, in un momento di particolare recrudescenza nazionalista in Cina, anche dopo le accuse che Pechino ha ricevuto per la gestione delle prime fasi dell’epidemia da nuovo coronavirus.

“La lingua è un medium per la civiltà e porta con sé una gran parte della nostra cultura e del nostro spirito nazionale”, ha dichiarato il parlamentare. “Cancellare – ha aggiunto – la traduzione in lingua straniera alle conferenze stampa ufficiali e nelle conferenze aiuterebbe efficacemente a promuovere la diffusione della cultura cinese nel mondo, elevando l’appeal e l’influenza della lingua cinese, accrescendo lo spirito d’iniziativa della Cina, monché il suo diritto di partecipare al discorso internazionale, mostrando la nostra grande fiducia nella cultura cinese”.

La mossa appare in discontinuità con l’approccio avuto finora dai servizi d’informazione della Repubblica popolare sotto la presidenza di Xi Jinping, che hanno fortemente investito in piattaforme in lingue straniere per diffondere il punto di vista cinese in maniera efficace.

Nella sua proposta, Yang sostiene che i giornalisti stranieri devono “seguire i costumi locali”, usando il cinese, e eliminare la traduzione nelle lingue stranieri aiuterebbe a mettere in pratica il “principio di reciprocità”, anche perché all’estero non viene fornita la traduzione in cinese delle conferenze stampa.