Tsai giura a Taiwan e dice a Pechino: no a modello Hong Kong

La presidente rieletta lancia un messagigo duro alla Cina

MAG 20, 2020 -

Roma, 20 mag. (askanews) – La nuova vittoria di Tsai Ing-wen nelle presidenziali a Taiwan non era stata per Pechino una buona notizia. E’ anche l’eccezionale efficacia di Taipei nel domare il nuovo coronavirus, che nella Cina popolare ha avuto la sua origine, non mette una buona luce il continente rispetto alla vibrante democrazia in campo in quella che Pechino considera solo una provincia ribelle. Ma l’inaugurazione del secondo mandato di Tsai, nel bel mezzo di una guerra retorica sempre più intensa con gli Stati uniti, rischia di essere oltremodo irritante visto dall’altra sponda dello Stretto.

E’ stato, quello oggi di Tsai, un discorso che non suggerisce volontà di compromesso, che mette in discussione la politica dell'”Unica Cina”, il mantra diplomatico a cui Pechino continua ad aggrapparsi per tenere Taiwan vincolata al continente, in vista di un auspicato – dal suo punto di vista – rientro del figliol prodigo.

“Continueremo a gestire gli affari in base alla Costituzione della Repubblica di Cina e della Legge sulle relazioni tra il Popolo dell’area di Taiwan e l’area della madrepatria” ha detto Tsai, ribadendo la sua volontà di mantenere lo status quo nello Stretto di Taiwan. “Entrambe e parti hanno il compito di trovare un modo per coesistere nel lungo termine e di evitare che s’intensifichino antagonismo e differenze”, ha continuato. “Avendo di fronte circostanze che mutano, manterrò fermi i miei principi, adotterò un’atteggiamento aperto per risolvere le questioni e mi assumerò le mie responsabilità come presidente. Spero anche che il leader dell’altra parte dello Stretto si assuma le sue responsabilità e lavori con noi congiuntamente per stabilizzare lo sviluppo a lungo termine delle relazioni sulle due sponde dello Stretto”.

Tsai ha sottolineato la sua volontà di rientrare nelle organizzazioni internazionali, a partire dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), anche alla luce dell’ottima performance di Taipei nella lotta contro il COVID-19. “Nei prossimi quattro anni continueremo a lottare per la nostra partecipazione nelle organizzazioni internazionali, rafforzare la cooperazione reciprocamente benefica con i nostri alleati e rafforzare i rapporti con gli Stati uniti, il Giappone, l’Europa e i paesi di buona volontà”, ha spiegato la presidente.

La Cina si oppone vivamente a un’integrazione di Taiwan all’interno del sistema Onu, anche perché vedrebbe in tale integrazione un indiretto riconoscimento dell’indipendenza dell’isola, che dal suo punto di vista e nel quadro della dottrina dell’Unica Cina è semplicemente una parte del suo territorio da redimere. Da questo punto di vista, Pechino non fa mancare segnali di aumento della sua attività militare nella regione. Gli Stati uniti, dal canto loro, fanno sentire anch’essi la loro pressione a favore di Taiwan.

“Sebbene una volta fossimo isolati, abbiamo sempre perseguito i valori della democrazia e della libertà, quali che siano le sfide che abbiamo di fronte”, ha sostenuto la presidente taiwanese. In questo senso, l’idea d’integrare Taiwan in base al format adottato per Hong Kong e Macao, cioè il sistema “Un Paese-due Sistemi”, che è la stella polare di Pechino, è da respingere dal punto di vista taiwanese. “Pace, uguaglianza, democrazia, dialogo: voglio ripetere queste parole. Noi non accetteremo la formula ‘Un paese, due sistemi’ che Pechino per degradare Taiwan e minare lo status quo nello Stretto”, ha affermato la presidente.

La reazione cinese è stata netta e dura. L’Ufficio degli affari di Taiwan del governo cinese, in risposta a Tsai, ha ribadito il principio “Un paese-due sistemi” e ha chiarito che “non lascerà spazio alle attività separatiste per l’indipendenza di Taiwan”. E ha aggiunto: “La riunificazione è un fatto storicamente inevitabile nel percorso per il grande ringiovanimento della nazione cinese”, la quale ha “la ferma volontà, la piena fiducia e la necessaria capacità di difendere al sovranità nazionale e l’integrità teritoriale”.

La forza delle dichiarazioni di Tsai è sostanziata anche dalle parole del segretario di stato Usa Mike Pompeo, che è intervenuto direttamente al più alto livello a suo sostegno. Il capo della diplomazia americana si è congratulato con Tsai. “La sua rielezione con un ampio margine mostra che ha ottenuto il rispetto, l’ammirazione e la fiducia del popolo di Taiwan “ha detto Pompeo in un comunicato. “Il suo coraggio – ha continuato – e la sua visione nel guidare la vibrante democrazia di Taiwan è un’ispirazione per la regione e per il mondo. Per come noi guardiamo al futuro ho fiducia che, con la presidente Tsai alla guida, la nostra partnership con Taiwan continuerà a fiorire”.