Coronavirus, da Confindustria Romania la ricetta per gli stagionali

La copertura sanitaria anche sull'epidemia

APR 9, 2020 -

Roma, 9 apr. (askanews) – Il sistema agricolo italiano è bloccato dalla mancanza di manodopera, la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova ha chiesto aiuto alla Romania per i lavoratori stagionali per i raccolti, ma un accordo tra Roma e Bucarest non c’è. I problemi sono in parte quelli legati alle normative sul contenimento del virus, al rispetto dei diritti dei lavoratori, ma anche all’assistenza sanitaria degli stessi dipendenti e al peso sul sistema ospedaliero. Ed è sempre dalla Romania che arriva la possibile soluzione. Lo rivela ad askanews Giulio Bertola, presidente di Confindustria Romania.

La più anziana e innovativa tra le associazioni confindustriali all’estero propone un protocollo di collaborazione a garanzia di imprese e dipendenti anche in tempi di coronavirus, grazie a un pacchetto di assistenza a tutto tondo, “Impresa Famiglia & Oltre”, un progetto ideato proprio da Confindustria Romania con la collaborazione di Mutua Mba, la più grande mutua italiana per numero di associati.Si parla di circa 100mila lavoratori impiegati ogni anno nel settore agricolo italiano e che arrivano dalla Romania, una fetta non indifferente e che garantisce da anni le operazioni del settore.

“Nell’ambito dell’emergenza coronavirus ci sono tre problemi: il primo è che i governi in maniera autonoma hanno applicato misure di contenimento e quindi hanno imposto lo stop alla movimentazione delle persone sia all’intero sia al di fuori dei confini. Il secondo problema è che ogni Stato ha affrontato l’emergenza in tempi diversi, con limitazioni in progress: la Romania di oggi è l’Italia di metà febbraio. E terzo, la movimentazione dei lavoratori tra Stati potrebbe avvenire, ma se avesse un impatto quasi zero sul sistema Paese che riceve e impiega”, spiega in premessa Bertola, che con la Confindustria che dirige tutela anche gli interessi di Confagricoltura in Romania.A questi tre problemi si aggiunge anche la paura del lavoroatore di essere contagiato.

“La risposta deve essere adeguata, perché l’obiettivo è quello di non fermare la produzione, ma garantire i protocolli di sicurezza in tempi di coronavirus senza sovraccaricare il sistema sanitario, in questo caso l’italiano, già al collasso”, aggiunte il presidente.”In Romania come Confindustia stiamo approntando ‘Fabrici in sicuranta’ cioè ‘Fabbriche in sicurezza”, un piano che prevede, insieme ai rigidi protocolli di sicurezza dettati dalle Autorita’ romene – come distanze, turni, sanificazione degli ambienti, mascherine – anche l’offerta di una copertura sanitaria straordinaria a favore dei lavoratori, un sostegno a 360 gradi che comprende l’emergenza sanitaria da coronavirus”, spiega Bertola. Aggiungendo che questa è la ricetta confindustriale dalla Romania, “per la ripartenza anche in Italia, quando il problema maggiore sarà quello della tutela del lavoratore”: perché quindi, si chiede, “non anticiparla rendendola disponibile subito, anche ai lavoratori stagionali romeni?”Il pacchetto “Impresa Famiglia & Oltre” prevede per i lavoratori romeni che operano in Romania e che potrebbero spostarsi a lavorare in Italia “il supporto finanziario in caso di ricovero ordinario, di ricovero in terapia intensiva, il supporto per la convalescenza, la maternità, le spese per la consegna di cibo e farmaci a casa e anche un sostegno alla famiglia in caso di decesso”, enumera Bertola, sottolineando le potenzialità per le imprese italiane che vogliono garantire i loro lavoratori in periodo di emergenza sanitaria.

“Si parte mettendo a disposizione dei lavoratori stagionali romeni questo pacchetto e si estende a tutto il territorio nazionale, garantendo sostegno anche al sistema sanitario oberato dall’emergenza coronavirus – spiega il presidente degli imprenditori italiani in Romania – Il costo è deducibile, sono compresi anche gli interventi chirurgici tradizionali e l’alta diagnostica. Questo sistema alleggerirebbe il servizio sanitario nazionale, grazie alle convenzioni con oltre 4.000 strutture su tutto il territorio nazionale, anche nelle località dove gli stagionali andrebbero a operare”.”Se l’Italia chiede, dalla Romania arriva la risposta. Adesso bisogna passare all’azione. I trasferimenti dei lavoratori potranno essere organizzati in base alle ordinanze italiane e romene, con voli charter, accoglienza di quarantena, organizzazione dei turni. Limitando il contagio e garantendo nello stesso tempo la copertura dei rischi. La ricetta c’è, basta metterla in pratica”, conclude.