Al Trieste Film Festival premio OBCT a “The euphoria of being”

Dell'ungherese Réka Szabó, protagonista una sopravvissuta a Olocausto

GEN 22, 2020 -

Roma, 22 gen. (askanews) – “The euphoria of being” della regista Réka Szabó si è aggiudicato il premio “OBC Transeuropa” al Film Festival di Trieste, il più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale, quest’anno alla trentunesima edizione. Il documentario premiato vede protagonista una donna ungherese sopravvissuta all’Olocausto ed è stato scelto “perché riesce a farci apprezzare, in quest’epoca di disillusione e assenza di prospettive, la forza dell’esistere ed il presente come opportunità di riscatto attraverso la bellezza, la tenerezza”, si legge nella motivazione.

Ieri sera, 21 gennaio, al Teatro Politeama Rossetti si è tenuta la cerimonia di premiazione del Trieste Film Festival – Alpe Adria Cinema durante la quale la direttrice di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (unità operativa del Centro Cooperazione Internazionale di Trento) Luisa Chiodi, ha assegnato il Premio OBCT 2020 che è andato a “The euphoria of being” (A létezés eufóriája) – della regista Réka Szabó, un’opera che vede protagonista una donna ungherese sopravvissuta all’Olocausto.

Il documentario è stato premiato “perché riesce a farci apprezzare, in quest’epoca di disillusione e assenza di prospettive, la forza dell’esistere ed il presente come opportunità di riscatto attraverso la bellezza, la tenerezza e persino a mostrare il valore della fragilità – spiega la motivazione – Perché incarna nell’incontro tra una donna anziana e una giovane danzatrice professionista, la bellezza del contatto con l’altro, contro l’intento dei carnefici nazisti di annichilire il corpo e de-umanizzare la persona”.

“Perché è capace di rappresentare la forza del dialogo tra diverse generazioni mentre prevale nel nostro tempo la recriminazione e il risentimento”.

E ancora, “perché nella relazione artistica e umana tra le tre donne coinvolte ci mostra la possibilità di superamento dei confini fisici e temporali”.

Ma anche “per l’originalità con cui affronta il tema dell’elaborazione della memoria mostrandoci le difficoltà del superamento del trauma ma anche la possibilità di conviverci, e forse anche di sublimarlo, godendo delle opportunità di felicità della propria esistenza. E ci racconta la storia di chi è stata vittima di un sistema di morte trasformandola in protagonista della vita per mezzo dell’arte.

Infine perché stimola alla riflessione su un tema ancora poco elaborato in Europa centro-orientale come in Italia ovvero quello delle responsabilità’ locali nella Shoah e perché ci fa conoscere alcune delle protagoniste della cultura e della società civile ungherese che si oppongono alla deriva nazionalista e autoritaria del paese. E questo toccante film e’ un invito a costruire con loro un comune futuro europeo di democrazia e pace”.

La protagonista, Éva Fahidi, aveva 20 anni quando tornò in Ungheria dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. E’ l’unica sopravvissuta di 49 membri della sua famiglia, incluse sua madre, suo padre e la sorellina. Settanta anni dopo quel ritorno, Éva viene invitata a realizzare una performance di danza basata sulla sua vita. L’ideatrice è la ballerina e coreaografa Réka Szabó che qui, nel ruolo di regista, realizza il suo primo documentario presentato in prima mondiale alla Settimana della Critica di Locarno 2019 e subito vincitore del premio Human Rights nel concorso documentari del Film Festival internazionale di Sarajevo tenutosi ad agosto 2019.

Il Trieste Film Festival-Alpe Adria Cinema – nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987) – continua ad essere un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival è un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale. All’edizione 2020 hanno partecipato opere prodotte in 31 paesi, dall’Albania all’Ungheria, dalla Svizzera a Israele e Stati Uniti suddivisi in tre Concorsi: 11 film per la sezione lungometraggi, 9 opere nella sezione documentari e 14 nella sezione cortometraggi.