Brexit, a Londra scoppia la querelle sui rintocchi del Big Ben

Orologio fermo, farlo suonare il 31 gennaio costa 500mila sterline

GEN 17, 2020 -

Roma, 17 gen. (askanews) – E’ querelle a Londra tra Brexiteers accesi, governo pro-Brexit e parlamento sulla proposta, in un primo tempo caldeggiata dallo stesso premier Boris Johnson, di far scoccare i rintocchi del Big Ben per celebrare il 31 gennaio prossimo, alle 23 ora di Londra, l’uscita ufficiale della Gran Bretagna dalla Ue. L’orologio, che si trova nella Elizabeth Tower di Westminster, l’edificio del parlamento britannico, è in silenzio dal 2017 per restauri e farlo ripartire, anche solo per una sera, secondo le stime costerebbe 500mila sterline.

Il parlamento ha detto di non poter sborsare una cifra tale e Johnson allora ha lanciato l’iniziativa “bung a bob for a Big Ben bong” (gioco di assonanze che si traduce grosso modo “sgancia un soldo per un rintocco del Big Ben”), sostanzialmente una colletta per raccogliere tra le gente il denaro necessario per far suonare l’enorme campanone. A guidare lo sforzo di crwofunding Mark Francois, deputato conservatore Brexiteer arrabbiato, mentre il premier nel frattempo ha preso le distanze, anche perchè ieri è arrivata la doccia fredda: la commissione del Parlamento che si occupa della gestione dell’edificio della torre e di conseguenza del Big Ben ha reso noto che in base al regolamento parlamentare non può accettare donazioni.

Francois, che nel frattempo dice di aver racolto già 100mila sterline, è furibondo in primo luogo con Johnson. “Il premier ha iniziato la campagna in diretta Tv due giorni fa… sarebbe un pazzo a voltarle le spalle” ha dichiarato, promettendo di salire di persona sulla torre per far risuonare il campanone (impresa pericolosissima, dato che a la piattaforma mobile che serve per fare rintoccare il Big Ben è stata già rimossa per il restauro). In alternativa, secondo Francois, la Bbc, la tv pubblica, dovrebbe trasmettere all’ora fatidica una registrazione dei rintocchi del Big Ben “senza alcun onere per i contribuenti”.

Esasperato, lo speaker delle Camera Sir Lindsay Hoyle ha detto che per far sì che il parlamento accetti la donazione occorre cambiare le norme e questo può essere fatto solo con un voto dell’aula. Spetta a Johnson, ha detto al Telegraph, decidere se presentare una mozione in questo senso lunedì. “La decisione è stata presa in commissione. Se qualcuno vuole cambiare la decisione, come ho detto dal primo giorno, deve essere la volontà del parlamento, perchè è una scelta politica”. Una fonte di Downing Street ha commentato: “non penso che abbiamo mai pensato che sarebbe stato complesso come hanno poi indicato le autorità della Camera dei Comuni”.

La sera del 31 gennaio il Brexit Party di Nigel Farage ha ottenuto l’autorizzazione a festeggiare la Brexit sulla piazza del parlamento a Londra: sono attesi diecimila Brexiteers, ma a questo punto senza campane del Big Ben la festa è in dubbio.