Cosa succede a Hong Kong (il Politecnico ancora sotto assedio)

Sarebbero almeno una cinquantina gli studenti asserragliati all'interno

NOV 20, 2019 -

Roma, 20 nov. (askanews) – Decine di manifestanti per la democrazia si trovano ancora trincerati all’interno di un campus universitario di Hong Kong, per il quarto giorno consecutivo, mentre la polizia continua a mantenere le proprie postazioni attorno all’università.

La sede del Politecnico di Hong Kong (PolyU), nella penisola di Kowloon, è da domenica il principale teatro di scontro nell’ex colonia britannica, in preda a proteste ed episodi di violenza dall’inizio della mobilitazione, nel giugno scorso.

Finora i manifestanti hanno risposto ai tentativi di rimuoverli dall’università con il lancio di bottiglie Molotov e mattoni. La polizia ha avvertito che avrebbe utilizzato munizioni vere se fosse stata attaccata con armi letali, dopo che un agente è rimasto ferito da una freccia.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha invitato le autorità a trovare “una soluzione pacifica” presso la sede del campus. Il Senato degli Stati Uniti, da parte sua, ha adottato un testo a sostegno dei “diritti umani e della democrazia” a Hong Kong contro Pechino, minacciando di sospendere lo speciale status economico concesso da Washington al territorio semi-autonomo. In risposta, la Cina ha convocato oggi l’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti.

Secondo quanto lasciato trapelare dagli stessi manifestanti, i giovani ancora asserragliati all’interno dell’università sarebbero circa una cinquantina.

Ieri, la leader dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, aveva chiesto ai manifestanti del PolyU di arrendersi, dicendo che se ciò fosse avvenuto in maniera pacifica tutti i minorenni coinvolti non sarebbero stati arrestati. Gli adulti rischiano invece l’accusa di “partecipazione a una rivolta”, un reato punibile a Hong Kong con 10 anni di carcere.

Coa/Int9