Siria, stasera scade tregua tra curdi e turchi: cosa farà Ankara?

Erdogan prima di vertice con Putin: no a permanenza trerroristi

OTT 22, 2019 -

Roma, 22 ott. (askanews) – “E’ davvero una grande opportunità per raggiungere la pace”, ha dichiarato oggi da Sochi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan prima dell’atteso incontro con il suo omologo russo Vladimir Putin a poche ore dalla scadenza del cessate-il-fuoco tra le truppe di Ankara e milizie alleate siriane e le forze curde nel Nord-est siriano.

“Credo da questo incontro emergeranno aspetti positivi per la regione, che sta attraversando giorni cruciali’, ha aggiunto il rais turco citato dall’agenzia di stampa Anadolu. Prima di lasciare il suo Paese, Erdogan ha tenuto una conferenza stampa all’aeroporto di Ankara anticipando che allo scadere del cessate il fuoco concordato con il presidente americano Donald Trump il suo esercito avrebbe ripreso stasera l’offensiva nel nord-est della Siria “con ancora più determinazione”, se le milizie “terroriste” curde Ypg non avessero lasciato la fascia di sicurezza che nei piani di Ankara è destinata a diventare “una zona di sicurezza”.

La tregua termina stasera alle 22,00 (le 21 ora italiana). “Se i patti non saranno mantenuti, il nostro intervento militare riprenderà da dove era stato sospeso”, ha ribadito il capo di stato turco il presidente turco.

“Le prossime ore sveleranno di più le intenzioni turche in questa questione, soprattutto perche le posizioni di Ankara spesso cambiano all’ultimo momento”, ha detto l’analista turco Jawad Koak Russia Today. Per l’analista turco, “ci sono diverse opzioni, tra queste non escludo che Ankara sia costretta a fermare del tutto la sua operazione militare dopo le minacce statunitensi”. In precedenza, in una intervista a Cnbc, il segretario di Stato americano Mike Pompeo riferendosi alla situazione siriana, ha detto: , “Noi preferiamo la pace alla guerra, ma nel caso in cui si renda necessaria un’azione militare o un’azione cinetica, si sappia che il presidente Trump è pronto a intraprenderla”.

Intanto, oggi il presidente siriano Bashar al Assad si è recato in visita alla linea del fronte con i jihadisti nella provincia Nord-occidentale Idlib, nella Siria nord-occidentale. “La prima azione che abbiamo intrapreso all’inzio dell’aggressione sul Nord (…) è stata quella di metterci in contatto con tutte le forze politiche e militari sul terreno. Abbiamo detto loro che siamo pronti a sostenere qualsiasi gruppo che oppone resistenza”, ha detto Assad. Sostegno che, secondo ASSAD “non è una decisione solo politica ma un dovere costituzionali e nazionale e se non lo facessimo non saremmo degni di questa nostra patria”.

Assad ha anche attaccato il suo omologo turco affermando che “Erdogan ci ha rubato il grano e le fabbriche e ora ci ruba la terra”. Intanto il presidente siriano Bashar al Assad, in visita alle truppe nella provincia nord-occidentale di Idlib, ha puntato il dito contro l’omologo turco: “Erdogan è un ladro, ha rubato fabbriche, grano e petrolio e oggi ruba la terra”. Per il rais di Damasco “la battaglia di Idlib è la base per risolvere il caos e il terrorismo in tutte le altre aree della Siria”.