Gb chiede nuovo rinvio sulla Brexit ma Johnson non firma la lettera

Anzi manda una missiva parallela in cui dice che sarebbe un errore

OTT 20, 2019 -

Roma, 20 ott. (askanews) – Con una lettera inviata ieri a ridosso della mezzanotte, la Gran Bretagna ha richiesto all’Unione europea una nuova proroga sul processo di Brexit. Ma il premier Boris Johnson non l’ha firmata, la missiva non era proprio firmata, e anzi ha inviato in parallelo un’altra lettera, in questa caso firmandola, in cui afferma di ritenere un errore un nuovo rinvio.

Questa l’ultima contorsione nel lungo e controverso processo verso il recesso del Regno dall’Unione, dopo che ieri, quello che avrebbe dovuto essere il giorno decisivo sulla ratifica parlamentare del nuovo accordo di Brexit ha riservato una nuova sorpresa. E’ infatti stato approvato un emendamento che prevede il voto sull’accordo solo dopo che siano state varate le norme attuative.

La richiesta del nuovo rinvio era stata imposta al governo da una legge approvata nelle scorse settimane, che prevedeva questo passo nel caso in cui ieri non fosse stato approvato un accordo di Brexit.

Ieri Johnson aveva “sfidato” gli anti brexit affermando che non avrebbe negoziato un nuovo rinvio. E che era fiducioso di essere in grado di far approvare le necessarie normative in tempo per completare il processo entro il termine del 31 ottobre.

Il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, ha fatto sapere che procederà speditamente a consultazioni tra i leader Ue sul come procedere.

Fonti comunitarie avevano espresso la possibilità di concedere più tempo al Regno, anche se a seguito di una conversazione ieri con lo stesso Johnson, il presidente francese, Emmanuel Macron avrebbe mostrato scetticisimi su ulteriori rinvii.

Secondo il rappresentante della Gran Bretagna presso l’Ue, Tim barrow, la lettera inviata ieri ottempera a quanto richiesto al governo. Ma secondo la Bbc la questione resta controversa e il comportamento di Johnson, che viene contestato duramente dall’opposizione, che invece canta vittoria per la nuova sconfitta parlamentare del governo, potrebbe essere passibile di ricorsi.

Ad ogni modo questo ennesimo sviluppo controverso implica il persistere della cappa di incertezza che fin dall’inizio ha accompagnato il processo di Brexit, pesando su clima di fiducia e volatilità dei mercati.

Sempre ieri il solitamente pacato governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney aveva commentato positivamente l’accordo, affermando che rimuoveva i rischi più remoti di una uscita disordinata del Regno dall’Ue.

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