Libano, governo introduce tassa su chiamate Whatsapp: è rivolta

Esecutivo ritira misura che avrebbe fruttato 216 milioni

OTT 18, 2019 -

Roma, 18 ott. (askanews) – Manifestazioni, incendi e blocchi stradali da parte di una folla inferocita, scesa nelle strade di Beirut, hanno costretto il governo libanese a fare marcia indietro sulla decisione di introdurre una tasse sulle chiamate via Whatsapp e altre App. Lo riferiscono i media locali.

“Subito dopo l’annuncio del ministro dell’Informazione di introdurre la tassa a partire dal primo gennaio 2020, migliaia di persone sono scese nelle strade della capitale Beirut ed altre città gridando slogan che chiedevano le dimissioni del governo al grido ‘Rivolta, Rivolta’”, come riporta il quotidiano libanese Annahar che pubblica una serie di foto che mostrano manifestanti che danno alle fiamme cassonetti e incendiano copertoni delle auto.

Nel centro di Beirut la folla ha bloccato il corteo del ministro dell’Informazione Akram Shahib costringendo le sue guardie del corpo a sparare in aria per allontanare i manfestanti, riferisce sempre Annahr.

Il provvedimento prevede una tassa di 20 centesimi di dollari per ogni telefonata effettuate tramite sistemi di Voip (Voice over the Internet protocol). I soldi generati dalle conversazioni telefoniche finiranno nelle casse dello Stato. Lo scopo della nuova tassa è quella di incassare circa 216 milioni di dollari in vista del bilancio del 2020.