Brexit, accordo si fa attendere, ultima giornata di negoziati

Ultimatum ieri trascorso senza intesa, "resta lavoro da fare"

OTT 16, 2019 -

Roma, 16 ott. (askanews) – Le delegazioni di Londra e Bruxelles si rivedono stamani per cercare di stringere un accordo sulla Brexit che ieri non è stato trovato entro l’ultimatum di mezzanotte fissato da Bruxelles. L’obiettivo è portare un testo al tavolo dei leader europei domani sera per l’approvazione. Il premier britannico Boris Johnson stamani dovrebbe aggiornare il suo governo sullo stato dei negoziati, che ieri sembravano al punto di svolta, quando è circolata la voce che il Regno unito era pronto a importanti concessioni sul confine irlandese.

Ma Downing Street ha gelato le attese dicendo che “c’è altro lavoro da fare”. Alla fine della giornata il governo britannico ha parlato di colloqui “costruttivi” che hanno portato dei progressi. Il capo negoziatore europeo Michel Barnier oggi sarà conto dello stato del negoziato ai commissari e agli ambasciatori Ue.

I tempi sono strettissimi per Johnson a ridosso del vertice di domani e venerdì a Bruxelles: il testo di un eventuale nuovo accordo sulla Brexit va pubblicato prima della riunione se i leader dovranno ratificarlo. In base alla legge approvata a settembre contro il parere del governo dal Parlamento di Londra, il cosiddetto Benn Act, il premier è vincolato a chiedere un nuovo rinvio della Brexit, se i deputati non daranno il loro via libera a un accordo entro sabato.

Il Regno Unito uscirà dalla Ue alle 23 GMT, la mezzanotte italiana del 31 ottobre, e Johnson ha sempre negato di voler chiedere un altro rinvio. Un eventuale nuovo accordo non dipende solo dal via libera dei leader europei, ma anche dal sostegno che otterrà in un parlamento che finora ha quasi sempre messo in minoranza Johnson: al premier servono i voti del suoi colleghi conservatori accesi sostenitori della Brexit e quelli degli unionisti nordirlandesi del Dup.

Voti che dipendono dalla soluzione alternativa escogitata da governo e Ue al famigerato “backstop”, il meccanismo per tenere aperto il confine tra le due Irlande in ogni circostanza, sul quale si sono infranti gli sforzi della precedente premier Theresa May. Ieri sera Johnson ha incontrato vari deputati del suo partito e i leader del Dup. Gli unionisti dopo l’incontro hanno parlato di una “distanza” ancora da colmare.