Incidente nucleare Fukushima, assolti gli ex vertici della Tepco

Nessun colpevole per la carenza dei sistemi di emergenza

SET 19, 2019 -

Roma, 19 set. (askanews) – La Corte distrettuale di Tokyo ha assolto tre ex alti dirigenti della compagnia elettrica Tepco, proprietaria della centrale nucleare Fukushima Daiichi, dall’accusa di non aver applicato le dovute misure di sicurezza per i reattori dell’impianto teatro nel 2011 del più grande incidente atomico dopo quello di Cernobyl.

L’ex presidente della Tepco Tsunehisa Katsumata, oggi 79enne, l’ex vicepresidente Sakae Muto (69 anni) e Ichiro Takekuro (73 anni) erano gli unici imputati per il processo aperto in seguito all’incidente innescato dal grande tsunami presso la centrale di Fukushima.

Tutti e tre i dirigenti si erano proclamati innocenti, sostenendo di non aver avuto a disposizione dati attendibili tali da suggerire che i sistemi di sicurezza messi in campo non fossero in grado di reggere alla prova di un grande tsunami.

Il terremoto/maremoto dell’11 marzo 2011 mise in panne i sistemi di raffreddamento principale e d’emergenza della centrale, innescando un surriscaldamento di tre reattori e quindi la fusione dei materiali fissili in essi contenuti, con fuoriuscita di radiazioni.

Quasi mezzo milione di persone furono costrette a un’evacuazione in seguito all’incidente e, in alcuni casi, non sono ancora tornati a casa. Non ci furono morti direttamente attribuite all’incidente nucleare, ma diversi pazienti di ospedale morirono in seguito all’evacuazione forzata.

Decine di persone si sono radunate davanti alla corte di Tokyo per protestare contro il verdetto.