Cambia premier a Tuvalu, a rischio riconoscimento Taiwan

Caduto primo ministro favorevole a Taipei

SET 19, 2019 -

Roma, 19 set. (askanews) – Dopo le isole Salomone, un’altra piccola nazione del Pacifico rischia di danneggiare ulteriormente la posizione di Taiwan. L’isola ha cambiato primo ministro e, con questo cambiamento, Taipei avrebbe perso una sponda importante per mantenere il riconoscimento da parte del paese insulare minacciato dal riscaldamento globale.

Dopo il forfait dei giorni di scorsi delle Isole Salomone, che ha provocato l’ira non solo di Taipei ma anche di Washington, sono solo 16 i paesi che riconoscono Taiwan come rappresentante dell’unica Cina. Tutti gli altri – compresi gli Stati uniti, dai quali dipende la sicurezza stessa di Taiwan – riconoscono Pechino.

Tuvalu ha un piccolo parlamento fatto di soli 16 seggi. Il precedente premier, Enele Sopoaga, ha mantenuto il suo seggio dopo le recenti elezioni e si pensava che sarebbe stato riconfermato. Invece, secondo l’emittente neozelandese RNZ, il parlamento ha nominato a sorpresa un altro candidato, Kausea Natano. La cui posizione sulla Cina non è conosciuta.

Dopo il riconoscimento delle Isole Salomone a Pechino, Taipei ha accusato la Repubblica popolare cinese di usare la “diplomazia del dollaro” per isolare l’isola. Il vicepresidente Usa Mike Pence ha frettolosamente cancellato un incontro col primo ministro del piccolo arcipelago del Pacifico, che doveva tenersi a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.

Dopo l’elezione nel 2016 di Tsai Ing-wen, considerata vicina a posizioni indipendenti, a presidente di Taiwan, la Cina ha avviato una campagna per isolare politicamente quella che considera una provincia ribelle, perché vede nell’attuale leader di Taipei una minaccia alla nozione dell'”Unica Cina” così come la declina Pechino. A gennaio ci saranno nuove elezioni a Taiwan e, certamente, il rapporto con il Continente sarà centrale. Anche alla luce di quello che sta accadendo a Hong Kong, l’ex colonia britannica ora regione a statuto autonomo nella Cina, dove da mesi ci sono manifestazioni di piazza a tutela delle libertà di fronte a quella che, secondo i dimostranti, è una volontà cinese di limitarla, Tsai si presenta alle elezioni considerandole un punto di svolta nella lotta “per la libertà e la democrazia”.

Pechino ha promesso a diversi alleati di Taiwan fondi e investimenti, una sirena alla quale paesi spesso impoveriti potrebbero non risultare sordi. Per esempio, ci sono voci secondo le quali anche Kiribati e Nauru potrebbero presto spostare il riconoscimento su Pechino.