Zimbabwe, l’Africa saluta “l’eroe” controverso Robert Mugabe

Cerimonia ad Harare: tanti elogi, nessun cenno a miseria del Paese

SET 14, 2019 -

Roma, 14 set. (askanews) – Il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa, numerosi omologhi africani e migliaia di fedeli hanno reso omaggio oggi alla memoria dell'”eroe” e del “leader visionario” Robert Mugabe durante una cerimonia funebre che ha del tutto ignorato la sua controversa eredità. L’ex presidente Mugabe è deceduto il 6 settembre all’età di 95 anni in una lussuosa clinica di Singapore, dove si curava da anni.

Deposto due anni fa con un golpe dell’esercito, dopo 37 anni di governo, Mugabe si è lasciato alle spalle un paese colpito dalla repressione e rovinato da una crisi economica senza fine che ha fatto precipitare gran parte della sua popolazione in miseria.

Un’eredità dimenticata durante la cerimonia odierna nell’enorme stadio di Harare, i cui 60.000 posti sono rimasti vuoti per due terzi, riferisce l’Afp.

Davanti alla bara, coperta con la bandiera nazionale, si è soffermata la vedova Grace Mugabe, vestita di nero, e sono giunti diversi capi di stato africani, che hanno tessuto le lodi del leader defunto. “Un’icona della liberazione africana”, l’ha definito il keniota Uhuru Kenya. “Una bussola morale”, ha osato l’ex presidente del Ghana Jerry Rawlings. “Un grande combattente”, lo ha omaggiato il leader della Guinea equatoriale Teodoro Obiang Nguema, detentore del record mondiale di longevità dei capi di Stato di tutto il pianeta con quarant’anni di regno.

Unica nota stonata, durante questo concerto di elogi, il sudafricano Cyril Ramaphosa, che è stato fischiato dalla folla e ha dovuto scusarsi per le recenti rivolte xenofobe che hanno scosso il suo paese.

“Onoriamo la memoria della nostra icona africana (…) la nostra patria è in lacrime”, ha detto il capo dello stato Mnangagwa. “Era l’eroica fiamma del nazionalismo, del patriottismo e della libertà. Continueremo ad essere ispirati dalla sua luce (…) continueremo ad ascoltare la sua voce”, ha aggiunto, prima di chiedere la revoca delle sanzioni finanziarie “immeritate” imposte al suo predecessore dall’Occidente, totalmente assente alla cerimonia.

E se sui gradini dello stadio i toni sono stati simili, lo stesso non può dirsi all’esterno, in un Paese a rischio di sopravvivenza, bloccato dalla disoccupazione di massa, da un’inflazione a tre cifre e da una pesante carenza di beni di prima necessità. “La penuria è l’unica eredità del suo regno. Questo è tutto ciò che si lascerà alle spalle”, ha commentato Steven, 45 anni, impegnato a fare la spesa ad Harare. “Non ho motivo di andare al suo funerale”, ha aggiunto.