Siria, Turchia: impegno Usa su zona cuscinetto è solo di “facciata”

Ankara preoccupata per atteggiamento Washington

SET 10, 2019 -

Roma, 10 set. (askanews) – Gli sforzi degli Stati Uniti per creare una zona cuscinetto nella Siria nord-orientale sono “esclusivamente di facciata”. Così oggi ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, accusando Washington di tergiversare sull’intesa raggiunta lo scorso mese con Ankara per la creazione di una zona di sicurezza lungo il confine con la Siria ad est del fiume Eufrate controllata dalle forze curdo siriane sostenute dagli Usa ma considerate “terroristiche” dalla Turchia. Lo riferiscono media turchi.

“Ci sono state pattuglie comuni (americani e turchi), è vero, ma gli sforzi per andare oltre (…) si sono rivelati solo cosmetici”, ha detto Cavusoglu ai giornalisti di Ankara come ha riportato l’agenzia di stampa statle Anadolu.

Domeica mattina, il personale militare turco e americano ha effettuato la sua prima pattuglia congiunta nella Siria nord-orientale; pattuglia composta da sei veicoli corazzati turchi e altrettanti veicoli statunitensi, che hanno girato per poco più di tre ore prima del rientro dei soldati turchi. Turchi entro il confine del loro Paese.

In particolare, la pattuglia aveva il compito di osservare il graduale ritiro delle forze curde dal confine turco. Cavusoglu ha messo in guardia gli Stati Uniti da qualsiasi ritardo nell’attuazione di questo ritiro.

La Turchia ha ripetutamente minacciato un’azione militare unilaterale contro le forze curde. I contorni esatti della futura zona cuscinetto rimangono poco chiari. Martedì è previsto un incontro tra alti funzionari militari statunitensi e turchi, ha dichiarato il Ministero della Difesa turco su Twitter.

Il sostegno degli Stati Uniti all’YPG (Unità di Difesa del Popolo” curdo, in prima linea nella lotta contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis), è stato un importante punto critico tra i due paesi, alleati all’interno della NATO. Per Ankra, infatti, lo Ypg è considerato un’organizzazione “terrorista”.

Uno degli obiettivi della “zona di sicurezza” per Ankara è quello di poter restituire alcuni degli oltre 3,6 milioni di rifugiati siriani che vivono in Turchia. Unna necessita urgente per la Turchia che teme una nuova ondata di rifugiati siriani a causa dei combattimenti a Idlib, ultima enclave ribelle nel Nord-ovest del Paese che ospita circa tre milioni di civili.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dovrebbe incontrare il suo omologo americano Donald Trump e sollevare la questione a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a fine settembre.