Caso Epstein, principe Andrea si fece massaggiare piedi da ragazza

Morozov racconta ruolo agente letterario in network Epstein

AGO 23, 2019 -

Roma, 23 ago. (askanews) – In un articolo che pone serissime questioni relative al rapporto tra intellettuali e uomini che detengono il potere economico, il saggista Evgeny Morozov ha rivelato un dettaglio scabroso della vicenda di Jeffrey Epstein, il tycoon Usa accusato di abusi sessuali e morto suicida in carcere: il principe britannico Andrea si faceva massaggiare i piedi nell’appartamento di Epstein da una giovane donna russa.

Morozov, noto sociologo di origine bielorussa e critico dell’ideologia della Silicon Valley ha pubbliato una testimonianza di fuoco sulla rivista New Republic, nella quale attacca il suo agente, John Brockman proprio per aver fatto da “PR” tra gli intellettuali di Epstein. E per questo motivo annuncia il suo divorzio dalla sua agenzia letteraria, considerata una potenza nel settore in America.

Al centro del discorso di Morozov c’è un’iniziativa di Brockman, la Edge Foundation, che unisce scrittori, scienziati, tecnologi, giornalisti in una piattaforma per conversazioni. A dire del sociologo si tratta di un potente strumento per fare rete, che mette assieme competenze diverse. A questi, ogni anno vengono fatte delle domande, messe poi a disposizione di un network di élite, privato, che s’incontra in conferenze esclusive e in cene per pochi e potenti.

Questa capacità di fare rete è uno strumento potentissimo – ragiona network – che ha avuto la capacità di contribuire al successo di molte delle esperienze più innovative nell’alveo della cultura digitale. Morozov cita il MIT Media Lab, le conferenze TED e Wired e si chiede: “Avrebbero avuto l’influenza e l’orientamento intellettuale che hanno ora senza l’esteso network coltivato da Brockman nei decenni? Io, per me, ne dubito davvero”.

Fin qui, però, il ritratto che scrive Morozov di John Brockman è quello di un “intellettuale organico rivoluzione digitale”, capace di “dare forma ai trend invece di rispondervi”. Uno che sa fare il suo lavoro, insomma. Ma c’è dell’altro. Quando il nome di Brockman è emerso dalla rete di connessioni di Jeffrey Epstein, è suonato un campanello d’allarme. Il miliardario, infatti, partecipava alle riunioni ei miliardari della Edge Foundation e diversi intellettuali clienti di Brockman si sono trovati a dover spiegare i loro rapporti con il defunto tycoon.

All’inizio Morozov dice di aver dato a Brockman il beneficio del dubbio, ma il silenzio del suo agente sui dettagli emersi l’ha fatto infuriare e così è andato a rivedere le vecchie mail col suo agente. Tra queste, ne è emersa una parecchio imbarazzante, risalente al 12 settembre 2013. In essa, Brockman invita Morozov a incontrare Epstein, definendolo un “miliardario filantropo della scienza”.

Nel descrivere il miliardario, Brockman racconta la seguente scena: “L’ultima volta che ho visitato la sua casa (la più ampia residenza privata a NYC), sono entrato per trovarlo in tuta da ginnastica e vedere un tizio britannico con un vestito con bretelle, che riceveva massaggi ai piedi da due giovani donne russe ben vestite”. Proseguendo, Brockman racconta che il britannico, di nome “Andy”, l’aveva intrattenuto esprimendo opinioni sul governo svedese e su Julian Assange. E sul grado di libertà che può avere Alberto di Monaco rispetto a lui. “A Monaco Alberto lavora 12 ore al giorno, ma alle 21 quando finisce, fa quello che vuole, a nessuno importa. Se lo faccio io, sono nei guai”, scrive ancora Brockman a Morozov. “A quel punto – scrive Brockman – ho ho realizzato che a ricevere il massaggio ai piedi di Irinas era Sua Altezza Reale il principe Andrea, Duca di York”.

Questo, racconta Morozov, avveniva una settimana prima che una copertina dei New York Post pubblicasse la foto di Andrea con Epstein che camminavano a Central Park, col titolo: “Il Principe e il Perverso”. E che questo costasse ad Andrea il ruolo di ambasciatore del commercio britannico.

Morozov, saggiamente, si guardò bene a suo dire dall’incontrare Epstein. Ma questa vicenda ha scavato un solco nei suoi rapporti col suo agente. E, in assenza di esaustive spiegazioni, ha deciso che lascerà l’agenzia letteraria, consigliando anche ad altri di fare lo stesso.