Giappone, Abe va a illustrare agli antenati suo programma politico

Atto di pietà filiale confuciana con visita a tomba padre

AGO 13, 2019 -

Roma, 13 ago. (askanews) – Il primo ministro giapponese Shinzo Abe è andato oggi a riferire al padre, Shintaro Abe, di aver ottenuto una vittoria elettorale e che intende continuare sulla via della riforma costituzionale. Lo ha fatto presso il cimitero di Nagato – prefettura di Yamaguchi – dove il genitore è sepolto, dal momento che è morto nel 1991.

Questo atto di pietà filiale di stampo prettamente confuciano è avvenuto in un periodo dell’anno, la festività dell’Obon, dedicato appunto al culto dei defunti. Il premier – che ieri aveva preso parte a una cerimonia in ricordo del nonno Nobusuke Kishi – era accompagnato dalla moglie Akie.

“Ho riferito a mio padre di aver ottenuto una vittoria in un’elezione nazionale all’inizio dell’era Reiwa e ho rinnovato la mia risolutezza di rispondere al mandato pubblico in maniera coraggiosa”, ha affermato Abe secondo quanto ha scritto il giornale Mainichi shimbun. In particolare, Abe ha sottolineato il fatto che il cambiamento della Costituzione rappresenta “il primo punto in agenda da quando è stato fondato il Partito liberaldemocratico”, che è il suo partito.

Il richiamo alla riforma costituzionale di fronte alla tomba paterna non è campato in aria. Per gli Abe, in effetti, emendare la costituzione – in particolare l’Articolo 9 che impedisce al Giappone di avere forze armate – rappresenta un obiettivo storico dai tempi del nonno Nobusuke Kishi.

Shinzo Abe è andato, in realtà, a onorare anche il nonno, Kishi. Ha preso parte a una cerimonia nel 32mo anniversario della morte dell’ex primo ministro presso il tempiio Daionji di Tabuse, sempre nell’ancestrale prefettura di Yamaguchi.

Quest’ultimo è stato una personalità più rilevanti del Giappone nel XX secolo. Responsabile economico del Manchukuo, lo stato fantoccio fondato in Manciuria dal Giappone imperialista e poi ministro in diversi governi di guerra, fu imprigionato come criminale di guerra, ma si salvò da una condanna formale, che per altre personalità dell’epoca vollero dire la forca o il suicidio. Nel dopoguerra fu recuperato alla vita politica e fu primo ministro liberaldemocratico del Giappone nella seconda metà degli anni ’50.

Uno dei principali obiettivi dell’azione politica di Kishi nel dopoguerra fu proprio la revisione della Costituzione della pace, che vedeva come un ostacolo alla possibilità del Giappone di avere un ruolo nella politica estera. Un obiettivo che, nella sua vita non riuscì a realizzare.

Il genero (e padre dell’attuale premier) Shintaro Abe raccolse il testimone e sarebbe certamente diventato a sua volta primo ministro: se non fosse stato tradito nel 1987 dalle correnti interne al partito e, in un a seconda candidatura, se non fosse incappato nello scandalo Recruit-Cosmos, una vicenda di insider trading che nel 1989 sconvolse il mondo politico giapponese.

Shinzo Abe ha in effetti vinto il 21 luglio le elezioni parziali per il rinnovo di 124 seggi (su 245) della Camera alta, tuttavia non ottenendo l’affermazione che gli avrebbe consentito di modificare con i soli voti del Partito liberaldemocratico (Jiminto) la Costituzione.

Una vittoria dimezzata, insomma, anzi una quasi sconfitta nella quale ha perso la maggioranza di due terzi dei parlamentari. Questo vuol dire che dovrà cercare un accordo con altre forze nella Dieta, compreso un pezzo dell’opposizione. Inoltre la performance non brillante potrebbe mettere in discussione la possibilità, finora considerata piuttosto concreta, che il partito gli rinnovi il mandato per la quarta volta, cosa finora non prevista dalle regole interne. In effetti, qualche nuova personalità potrebbe farsi avanti per contendere il posto di prossimo premier del Giappone.