Libia, Buccino: Haftar vuole vincere con le armi, accordo lontano

L'ambasciatore: "Noi insistiamo per favorire la pacificazione"

LUG 30, 2019 -

Roma, 30 lug. (askanews) – La possibilità di un “accordo” per la sulizione delal crisi in Libia è ancora “lonta” perché il generale Khalifa Haftar “valuta tuttora di poter vincere con le armi”. E’ quanto ha detto l’ambacsiatore italiano a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, in un’intervista al Corriere della Sera. “La strada resta in salita per la Libia. La guerra continua e anche il recente colloquio a Bengasi tra il maresciallo Khalifa Haftar e l’inviato dell’Onu Ghassan Salamé lascia poche prospettive di accordo per il momento con il campo di Fayez Sarraj a Tripoli”, sostiene il diplomatico italiano.

“Da quello che si è capito, Haftar valuta tuttora di poter vincere con le armi. Noi comunque insistiamo per favorire la pacificazione del Paese con la convinzione che la via della forza non possa che causare danni gravissimi a tutti”, aggiunge Buccino.

Secondo l’ambasciatore, in questo momento in Libia si sta attraversando “una fase delicatissima”. “Il nostro ruolo è centrale. Siamo l’unica ambasciata occidentale aperta nel Paese, rappresentiamo un messaggio di stabilità per tutti”, sottolinea, mentre la guerra sul campo è in una situazione di “stallo”. Quando Haftar ha lanciato l’offensiva militare, “è sembrato potesse vincere velocemente”. Però poi “il caleidoscopio di forze tra Tripoli, Misurata, Zintan eccetera ha sospeso le rivalità interne per coalizzarsi in un fronte comune. E oggi l’acuirsi dei combattimenti non cambia lo stallo sul terreno”, ricorda Buccino, che esclude una soluzione militare della crisi “a meno di stravolgimenti indicibili”.

Piuttosto, l’ambasciatore nota che “se prima il dialogo era bilaterale, ormai ogni soluzione politica deve essere multilaterale”. “Al momento”, afferma, “stiamo lavorando per una de-escalation bellica in occasione delle feste musulmane dei prossimi giorni”.

E sulle parole di Sarraj, che ha parlato di oltre 800.000 partenze verso l’Italia nel caso il fronte di Tripoli dovesse crollare, Buccino commenta: “Ho i miei dubbi. Al tempo di Gheddafi questo Paese dava lavoro a oltre due milioni di stranieri. Ne arrivano molti meno dall’Africa. Oggi si stimano 650.000 stranieri in Libia. Le agenzie Onu ci ricordano che siamo scesi da 181.000 migranti verso l’Europa nei primi 7 mesi del 2016 a 4.629 nello stesso periodo del 2019. Non credo che quelli oggi in Libia possano partire in massa. Non ci sarebbero neppure gli scafisti a garantire le barche”.