Libia, Buccino: Eni resta società straniera più importante nel Paese

"Continua a controllare il 45% della produzione di gas e petrolio"

LUG 30, 2019 -

Roma, 30 lug. (askanews) – L’attività dell’Eni al momento non risente delle violenze in corso a Tripoli, dopo l’offensiva militare lanciata dal geenrale Khalifa Haftar sulla città, e l’azienda italiana mantiene il suo ruolo di leadership fra le società straniere impegnate nel Paese. “L’Eni continua a controllare oltre il 45 per cento della produzione di gas e petrolio. Resta la compagnia straniera di gran lunga più importante”, ha detto l’ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

L’Eni, ha ricordato il diplomatico italiano, “ha stretto accordi con la Bp britannica. La Total francese è attorno al 5 per cento. Nessuna delle forze in campo ha mai attaccato le infrastrutture Eni. Le considerano un patrimonio nazionale, anche perché metà del gas Eni è destinato ai libici”.

Intanto, però, la Farnesina scoraggia la presenza di lavoratori italiani in Libia. “Mancano le condizioni di sicurezza”, ammette Buccino. “Inoltre chiediamo ai libici di risolvere il contenzioso dei debiti non pagati alle nostre aziende, anche quelli maturati prima del 2011”.

“Iveco e Leonardo Finmeccanica”, ricorda l’ambasciatore, “sono tra i più forti creditori. Nel marzo 2014 il governo Zeidan accettò di liquidare 234 milioni di euro. Ma poi scoppiò la guerra”. E “oggi il consorzio Aeneas è in difficoltà coi lavori all’aeroporto internazionale di Tripoli investito dai combattimenti, sottolinea ancora Buccino, ricordando che si tratta di “un contratto da 79 milioni di euro”. “La Socei”, spiega infine, “lavora all’ospedale universitario, la Piacentini è impegnata al porto di Zuara e la Enav sta rinnovando la torre di controllo all’aeroporto di Mitiga”.