Bce: debito Italia spada di Damocle, ma Italia crei clima fiducia

Intervista del Corriere al vicepresidente Luis de Guindos Jurado

GIU 16, 2019 -

Roma, 16 giu. (askanews) – Il debito italiano è “una spada di Damocle” e c’è un problema di riforme strutturali, ma “il principale problema” da tempo è la crescita molto bassa dell’Italia: lo afferma Luis de Guindos Jurado, vicepresidente della Bce, in una intervista al Corriere della Sera in cui sottolinea che nella partita tra Roma e l’Europa è importante il fattore “fiducia” e questo “a volte dipende dalle intenzioni politiche del governo”.

“Dico subito che non voglio fare confronti fra la Spagna e l’Italia. Se mi concentro sull’Italia, credo però che il principale problema sia da tempo la crescita molto bassa. L’Italia non è tornata ai livelli di Prodotto interno lordo (Pil) che aveva nel 2008”, afferma Guindos.

I motivi? “Credo ci siano due elementi. Il primo è il livello estremamente alto di debito pubblico, una spada di Damocle che pende sulla testa. Secondo, c’è un problema di riforme strutturali. Ma nell’economia italiana ci sono pro e contro. I contro sono una crescita lenta, il debito pubblico, una mancanza di riforme strutturali e dunque una bassa crescita della produttività. Ma l’Italia ha anche dei vantaggi che dobbiamo riconoscere. Il primo è che ha un surplus di partite correnti, nel complesso degli scambi con il resto del mondo. La posizione finanziaria netta sull’estero è buona e questo riduce la vulnerabilità dell’economia. E quando si guarda alla situazione di bilancio nel tempo, non è stata male: quasi tutti gli anni l’Italia ha avuto un avanzo prima di pagare gli interessi sul debito. Non è molto facile riuscirci, dunque è un precedente molto buono, soprattutto in confronto ad altri Paesi”.

Quindi “si torna al problema della bassa crescita, che ci porta immediatamente alle questioni delle riforme strutturali, delle barriere all’ingresso nel mercato, dell’efficienza nel mercato del lavoro… Cose che qualche volta sono un po’ trascurate”.

Secondo il vicepresidente della Bce, “l’Italia non è un’economia molto vulnerabile finanziariamente, se si tiene conto della posizione patrimoniale netta sull’estero e di altri fattori. Se vuole un esempio di un’economia vulnerabile, guardi alla Spagna nel 2010. Aveva un deficit esterno del 10% del Pil e una posizione patrimoniale netta negativa del 90% del Pil. Non è la situazione dell’Italia oggi. Il mio punto è che la fiducia a volte dipende dalle intenzioni politiche del governo”.

Vuole dire che il governo italiano dovrebbe fornire alcuni chiari obiettivi che siano accettabili al resto del club? “Sì, da entrambe le parti. È una partita bilaterale, dunque da entrambe le parti. Penso sia molto difficile fare passi avanti se non si riesce a costruire fiducia. E poiché stiamo parlando di fiducia e incertezza in tempi difficili, credo che quest’idea di discutere i mini-Bot sia stata un errore. Draghi ha detto che se fosse una moneta legalmente utilizzabile, sarebbe illegale e che se fosse debito, allora accumulerebbe ancora più debito. Dal mio punto di vista, la conseguenza peggiore è che questo tipo di decisione distrugge la fiducia”.