Mali, Save The Children: 20 bambini uccisi in attacco a villaggio

Costato ieri la vita a circa 95 persone

GIU 11, 2019 -

Roma, 11 giu. (askanews) – Almeno 20 bambini sono stati uccisi nell’attacco di ieri al villaggio di Sobanou-Kou, nel Mali centrale, costato la vita a circa 95 persone. Secondo quanto riportato oggi da Save The Children, “i corpi carbonizzati di alcuni dei minori sono stati ritrovati nelle loro case date alle fiamme”. L’organizzazione ha quindi chiesto “un’indagine indipendente che faccia luce sugli attacchi e che sia in grado di assicurare alla giustizia i responsabili dell’uccisione e delle violenze nei confronti dei bambini e delle loro famiglie”.

In un comunicato, Save the Children ha sottolineato che “il massacro di ieri è solo l’ultimo caso di violenze in corso nella regione e a subirne le conseguenze maggiori sono soprattutto i bambini”, perchè proprio “a causa dell’insicurezza 935 scuole sono state chiuse e circa 250.000 bambini, nel nord e nel centro del Paese, non possono andare a scuola”.

“Gli assalitori hanno dato fuoco alle case mentre le famiglie erano dentro, le persone e il bestiame sono stati massacrati e all’interno delle abitazioni sono stati ritrovati i corpi carbonizzati di bambini innocenti – ha raccontato Amavi Akpamagbo, Direttore di Save the Children in Mali – i dettagli dell’attacco non sono ancora noti del tutto, quindi non sappiamo esattamente cosa sia successo ai sopravvissuti, molti dei quali risultano ancora dispersi. I bambini potrebbero essere stati rapiti o sono scomparsi. Molti di quelli che sono sopravvissuti potrebbero avere visto i loro cari ammazzati davanti ai loro occhi. Tutto questo è inaccettabile, i bambini devono essere protetti sempre e comunque ed è fondamentale che ricevano il prima possibile gli aiuti di cui hanno bisogno e il supporto per riprendersi da questa terribile esperienza”.

“Chiediamo inoltre alle autorità e alla comunità internazionale di agire con tempestività per garantire la sicurezza nella regione e fare in modo che i minori colpiti dalle violenze nel Mali centrale e settentrionale possano tornare a vivere in pace”, ha concluso Amavi Akpamagbo.