Libia, inviato russo: “Haftar non è in grado di prendere Tripoli”

Analista Icg Gazzini: possibile trefua, se Usa e Russia si unissero

MAG 24, 2019 -

Roma, 24 mag. (askanews) – Il conflitto in Libia andrà avanti fino a quando non emergerà un leader “capace di unire tutti” e “se quel leader fosse (Khalifa) Haftar, sarebbe già a Tripoli e la città sarebbe già caduta, senza combattere”. Questa l’opinione dell’inviato speciale russo per la Libia, Lev Dengov, che in un’intervista a Bloomberg ha aggiunto: “Se le parti nel Paese rimangono in disaccordo così come le potenze esterne, non ci sarà pace a breve in Libia”.

Proprio di fronte alle divisioni emerse nella comunità internazionale, e “in un momento in cui serve qualche paese che faccia da garante” per un cessate il fuoco a Tripoli, “l’unica strada potrebbe essere se Usa e Russia si mettono insieme”, ha detto ad askanews Claudia Gazzini, analista esperta dell’International Crisis Group (Icg) per la Libia.

Per Dengov “era assolutamente prevedibile che Haftar si impantanasse” nell’offensiva lanciata il 4 aprile scorso per conquistare la capitale libica, affermando che “è chiaro che non è in grado di prendere Tripoli”. Ma nonostante il fallimento dell’operazione per una conquista rapida di Tripoli e lo stallo militare delle ultime settimane, “Haftar e i suoi consiglieri stanno ancora adottando la retorica della vittoria imminente”, ha sottolineato Gazzini, a fronte di una presunta “superiorità militare” dovuta al “numero maggiore di Paesi” che li sostengono e li riforniscono di armi “rispetto alla coalizione Tripoli-Misurata”. I governo di Tripoli può contare sul sostegno di Qatar e Turchia, mentre Haftar viene supportato da Arabia Saudita, Emirati arabi uniti ed Egitto.

Un conflitto, per procura, prolungato nel tempo potrebbe innescare anche una “guerra economica” tra le due parti per il controllo delle ricchezze petrolifere del Paese, stando all’allarme lanciato dall’Icg nei giorni scorsi. Anche Dengov ha espresso preoccupazione per possibili iniziative della Banca centrale libica, con sede a Tripoli, contro il settore bancario dell’Est del Paese, che potrebbero indurre Haftar ad assumere il controllo delle esportazioni di petrolio: “Sarebbe una delle decisioni più sconsiderate per il futuro di una Libia unita – ha detto a Bloomberg – porterebbe a un nuovo ciclo di aggressione e di escalation”.