##Russia, Putin a Vday: siamo “principale liberatore popoli Europa”

Cuore del discorso più ascoltato dell'anno è stato popolo russo

MAG 9, 2019 -

Mosca, 9 mag. (askanews) – La sacralità della patria, la resistenza e resilienza del popolo, l’imperativo della memoria. Vladimir Putin, con il suo discorso al V-Day a Mosca, ha dato un imprinting più sacrale e intimo del solito alle celebrazioni e alla parata del 9 maggio, che per i russi rappresenta la fine della II guerra mondiale nonchè la Vittoria sulla Germania nazista. Sulla Piazza rossa coperta dalle nubi grigie, le parole del leader del Cremlino spiccavano per più intimismo del solito, con un forte accento sul coraggio e la dedizione dei soldati, che hanno difeso e salvato la patria, e sono diventati “una speranza, un baluardo per tutta l’umanità, il principale liberatore dei popoli dell’Europa”. Tra il pubblico della Parata anche Mikhail Gorbaciov, il padre della Perestrojka, provato dal tempo ma combattivo: si è dovuto appoggiare a un aiutante per scendere dalla tribuna, ma ha rifiutato la sedia a rotelle.

Il cuore del discorso è stato il popolo russo, la capacità di non arrendersi, che diventa metafora con l’immagine della fortezza di Brest. Putin l’ha citata quest’anno, ricordando che una dei primi a subire il peso degli invasori era stata proprio la sua guarnigione: circa 4.000 soldati rinchiusi nella fortezza in inferiorità numerica con un rapporto di 10 a 1. Brest in Bielorussia, era collocata esattamente sul confine appena stabilito tra Unione Sovietica e Germania nazista, in base al famigerato Patto Molotov-Ribbentrop. Riuscì a opporre una fiera e strenua resistenza alla sorpresa degli assalti tedeschi. E benché fosse isolata e a corto di cibo, acqua e munizioni, la guarnigione combattè e contrattaccò fino all’ultimo. “Muoio ma non mi arrendo”, ha aggiunto Putin citando il motto di chi ha combattuto lì. “Hanno dato tutto quello che potevano e hanno vinto”, ha aggiunto.

Il discorso ufficiale non rinuncia insomma a ricordare al mondo, anche quest’anno, di averlo salvato dalla minaccia nazista, con un enorme sacrificio umano. Il capo dello stato russo ha anche notato che ovunque, durante la guerra, sono state compiute prodezze dal forte potere spirituale, e spesso da giovanissimi. “Tra quelli che hanno ricevuto il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, più della metà erano combattenti sotto i 25 anni. Molte persone sono andate in prima linea venendo direttamente dai banchi di scuola”, ha detto Putin.

La parata di quest’anno ha subito cambiamenti di programma, alcuni voluti, altri dettati dal tempo. Non è stato annunciato fino all’ultimo, il passaggio degli aerei militari che di solito chiudono la parata: la meteorologia l’ha reso impossibile, fitte nubi si sono addensate sulla piazza rossa sino alla fine delle celebrazioni e questo ha negato lo spettacolo aereo al pubblico; 74 aerei ed elicotteri da trasporto strategico, a lungo raggio, da attacco e da combattimento avrebbero dovuto prendere parte.

Altro aspetto curioso: il ministro della Difesa Sergej Shoigu uscendo dal Cremlino, per dare inizio alla Parata si è fatto il segno della croce e muovendosi sulla nuova limousine scoperta Aurus, di fabbricazione russa, ha dato il via alle celebrazioni (in passato l’auto sul quale dava il comando, era decisamente più vintage). La chiusura della parata ha visto anche uno spettacolo militare in stile tattoo, segnando un deciso cambio di programma rispetto al passato.

Tra gli invitati anche il presidente kazako Nursultan Nazarbajev e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che è scivolato via subito dopo la fine per motivi di agenda. Dopo la parata del V-Day sulla Piazza Rossa, il presidente russo Vladimir Putin ha onorato la memoria dei soldati caduti nella II Guerra mondiale con una corona alla tomba del milite ignoto vicino al muro del Cremlino.

Oggi alla principale parata militare nel Paese, che ha segnato il 74esimo anniversario della vittoria del popolo sovietico nella Grande Guerra Patriottica, hanno partecipato 13 mila persone (uomini e donne), 130 unità di equipaggiamento militare compresi i sistemi Iskander e Triumph. La prima parata della Vittoria si tenne sulla Piazza Rossa 74 anni orsono, per celebrare la vittoria dell’URSS sulla Germania nella Grande Guerra Patriottica (II guerra mondiale). La decisione di tenere la sfilata celebrativa fu presa da Joseph Stalin il 24 maggio 1945, quasi immediatamente dopo la sconfitta dell’ultimo gruppo di soldati tedeschi che non si arrese sino al 13 maggio 1945.