Usa, We The Italians sul tema della “doppia cittadinanza”

Intervista a Marco Permunian

APR 15, 2019 -

Roma, 15 apr. (askanews) – La doppia cittadinanza è un tema molto importante per molti membri della comunità italoamericana. In questi anni – scrive Umberto Mucci sul sito ‘We The Italians’ (l’intervista integrale è pubblicata sul sito wetheitalians.com) – ho incontrato e parlato con centinaia di loro, desiderosi di diventare ufficialmente cittadini italiani, pronti a impegnarsi in uno sforzo che richiede pazienza, denaro, tempo e non è affatto facile.

Dico sempre loro che, a prescindere da ciò che dicono le leggi ufficiali, SONO italiani. Ma capisco che avere un vero passaporto italiano è qualcosa di ineguagliabile. Per questo We the Italians ed io personalmente siamo così felici di annunciare una nuova partnership con Italian Citizenship Assistance, il migliore dei migliori in questo campo. Tutti coloro interessati al 10% di sconto per i nostri lettori sui servizi di ICA possono usare il codice WTITA e scriverci a info@wetheitalians.com.Questa intervista è con il nostro amico Marco Permunian, co-fondatore e direttore dell’ufficio statunitense del nostro nuovo partner.

Marco, prima di tutto, vorrei chiederti di descrivere brevemente ai nostri lettori la legge che regola le diverse modalità di acquisizione della cittadinanza italiana.

L’acquisizione e il riconoscimento della cittadinanza italiana è qualcosa che è regolato da una serie di leggi diverse a seconda della situazione specifica della persona. Ad esempio, fattori che avranno un ruolo chiave nel determinare quale sarà il percorso verso la cittadinanza sono: se la persona è di origine italiana; se il potenziale richiedente non è di origine italiana ma sposato con un cittadino italiano; se la persona di origine italiana è già cittadina dell’Unione Europea; se la persona non è di origine italiana e non è già cittadina di un’altra nazione dell’Unione Europea.

Nel caso di molte persone di origine italiana, possono fare una petizione e rivendicare la cittadinanza italiana attraverso un insieme di diritti e regole governate da quello che viene chiamato Jure Sanguinis (per diritto di sangue), la cittadinanza per discendenza. È parte integrante nell’acquisizione della cittadinanza per nascita. Negli ultimi anni, dall’inizio della crisi migratoria europea, Jure Sanguinis è diventato un argomento molto scottante in Italia. Le persone in grado di ottenere la cittadinanza di Jure Sanguinis sono infatti italiani a tutti gli effetti. Negli Stati Uniti, invece, il sistema di cittadinanza si basa sulla combinazione di quello che viene chiamato Jus Soli (per diritto di terra) e Jure Sanguinis (per diritto di sangue).

A causa dell’effetto diretto che l’emigrazione di massa ha avuto sulla nazione, il governo italiano ha riconosciuto l’importanza di mantenere aperte le porte a coloro che volevano tornare in patria e ha dato vita ad uno dei percorsi più aperti in tutto il mondo alla cittadinanza per discendenza. Molti paesi che hanno un sistema giuridico che consente la cittadinanza per discendenza o che hanno una legge di ritorno, consentono di rivendicare la cittadinanza solo attraverso il 1° o 2° grado (Genitori/Nonni). Ad esempio, la cittadinanza americana può essere trasmessa solo da genitore a figlio, la cittadinanza irlandese può essere trasmessa attraverso un nonno, mentre l’Italia in questo momento non ha limiti generazionali su quanto una persona può tornare indietro per fare una richiesta. L’unica condizione è che l’antenato del richiedente debba aver vissuto in Italia dopo la formazione del moderno stato italiano unificato (17 marzo 1861). In precedenza, l’Italia che conosciamo oggi era separata in piccoli stati belligeranti. Ci sono alcune regioni d’Italia che si sono unite solo dopo la prima guerra mondiale: ad esempio, il Trentino e l’Alto Adige (noto anche come Südtirol/South Tyrol), in quanto parte dell’Impero Asburgico e parte dell’Austria. Questo significa che per le persone le cui famiglie venivano da zone come queste, ci sono altre limitazioni, compresa una data successiva al 1861 in cui il loro ultimo antenato avrebbe dovuto vivere in Italia per essere riconosciuto come cittadino italiano.

Tra il gruppo di persone che hanno diritto alla cittadinanza italiana, c’è un gruppo che può far valere i propri diritti solo attraverso un antenato femmina che ha partorito prima del 1° gennaio 1948. Le persone chiamate a passare attraverso un antenato femminile di questo tipo sono sottoposte ad un processo giudiziario comunemente chiamato ‘caso del 1948’. Anche se può sembrare un compito scoraggiante, questi casi possono essere molto più semplice di quelli Jure Sanguinis, perché ha un percorso di avanzamento più chiaramente definito. Il processo del ‘caso 1948’, a differenza di una normale petizione di Jure Sanguinis, può richiedere un’assistenza professionale per portare il vostro caso in tribunale. Mentre è possibile essere rappresentati da qualsiasi avvocato, soprattutto se si ha un caso difficile, si raccomanda di scegliere un avvocato specializzato in rivendicazioni di cittadinanza italiana. può vantare un’assistenza sanitaria di alta qualità, ma rispetto agli Stati Uniti i costi sono notevolmente inferiori.