Dynys trasforma in arte infanzia in campi profughi Sabra e Shatila

Belli: la strana felicità di bimbi che vivono un eterno presente

APR 5, 2019 -

Roma, 5 apr. (askanews) – “Chiara Dynys è un’artista che molto ha fatto e molto ha realizzato su temi emergenti della Storia politica, sociale e culturale di questo nostro tempo”. Con queste parole la curatrice Gabriella Belli ha presentato ieri la mostra “Chiara Dynys. Sabra beauty everywhere” , nella Sala delle Quattro Porte del Museo Correr di Venezia.

La mostra si terrà dall’8 maggio al 24 novembre e “racconta di un reportage sull’infanzia nei campi profughi di Sabra e Shatila, in Libano, di bambini che vivono un eterno presente e che, nonostante il disastro che li circonda e la povertà assoluta, riescono ad essere felici”, ha aggiunto Belli. “Il Museo Correr continua così, dopo le retrospettive su Jenny Holzer e Shirin Neshat, ad ospitare donne che hanno voluto impegnarsi su temi veramente emergenti”, ha chiosato.

Chiara Dynys è nata a Mantova e lavora a Milano. E non è nuova a lavori sulla guerra, sulla Siria, su conflitti e convivenza. Lavori che spesso diventano una dichiarazione d’amore per i Paesi colpiti dalla guerra. Una sua opera, “Please don’t cry”, ha rappresentato il nostro Paese alla VII Biennale d’Arte di Mosca, curata da Yuko Hasegawa, presentando sfere di cristallo collocate su alti piedistalli, che contengono le sagome dorate dei principali Stati attualmente in guerra. In molti di essi l’artista ha vissuto e lavorato. Per tutti possono valere come incitamento: inutile piangere, meglio agire per migliorare le cose.