La Thailandia vota ma la vittoria dei militari sembra scontata

Urne dopo il golpe 2014

MAR 24, 2019 -

Roma, 24 mar. (askanews) – La Thailandia ha votato oggi per le sue prime elezioni generali da quando nel 2014, i militari con un colpo di Stato introdussero una riforma costituzionale studiata per penalizzare i partiti politici e assicurare il potere all’esercito. Pochi si aspettano che il voto risolva le divisioni che hanno afflitto il Paese per due decenni: da una parte i cosiddetti ‘populisti’ e dall’altra l’elite militare.

Oggi sono quasi 52 milioni gli aventi diritto chiamati a recarsi alle urne. A contendersi i voti, ci sono quasi 80 partiti e oltre 2.700 candidati. Circa sette milioni di persone voteranno per la prima volta. I grandi partiti sono il Palang Pracharat, vicino all’esercito, e gli anti-militari Pheu Thai e Fut.

“Non penso che queste elezioni porteranno la Thailandia a una democrazia liberale perché la costituzione consente ai militari di continuare a detenere il potere”, ha spiegato alla tv satellitare al Jazeera Titipol Phakdeewanich, docente universitario che tuttavia ritiene sia ancora importante per i thailandesi votare: “E’ un referendum sulla democrazia per decidere se il Paese vuole andare avanti con la democrazia o no”, ha aggiunto.

Per ottenere il potere, un partito deve assicurarsi la maggioranza in entrambe le Camere del parlamento. Nella camera bassa, 350 membri saranno eletti direttamente, con i rimanenti 150 seggi assegnati proporzionalmente ai singoli partiti. La camera alta, che conta 250 seggi, sarà nominata interamente dalle forze armate. E questo significa che il partito pro-militare Phalang Pracharat, per assicurarsi la maggioranza, ha bisogno solo di 126 seggi. Di contro, gli anti-militari, per poter governare sono costretti ad aggiudicarsi una schiacciante vittoria con il 75% delle preferenze.

La Thailandia ha lottato per superare le divisioni politiche che hanno messo radici fin dal 2001, quando il magnate delle telecomunicazioni Thaksin Shinawatra si è messo al potere promettendo di aiutare i poveri delle aree rurali. L’ascesa di Thaksin aveva galvanizzato i ceti poveri a lungo trascurati, dando anche il via all’onda d’urto della vecchia guardia incentrata sull’elite di Bangkok che aveva dominato a lungo la politica del Paese.

Anche dopo che Thaksin e la sorella, Yingluck Shinawatra, sono finiti in esilio per degli scandali di corruzione, i partiti in linea con la famiglia hanno vinto tutte le elezioni che si sono tenute negli ultimi 20 anni. I primi risultati sono attesi alcune ore dopo la chiusura dei seggi.

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