##L’8 marzo in Russia festa totale, trasforma macho in gentiluomo

Chi non riserva alle colleghe un bel bouquet, è "out"

MAR 8, 2019 -

Mosca, 8 mar. (askanews) – Scuole chiuse e vacanza per tutti: l’8 marzo è una festa molto sentita in Russia. Lo si vede per strada, a Mosca e ovunque nella Federazione. Scambi di auguri per le donne, enormi mazzi di rose, il discorso ufficiale del presidente Vladimir Putin (neanche fosse Capodanno) e i social network intasati di messaggi. Ma l’appuntamento non è tanto con i valori del femminismo. Il centro è un altro: la fine dell’inverno, il ritorno delle giornate di luce, benchè la data sia densa di significato e le numerose svolte non la abbiano intaccatta. E nemmeno la rottamazione di altre festività nel passaggio dall’Unione Sovietica alla Federazione russa.

Gli auguri alle donne sono presi molto sul serio. Chi non riserva alle colleghe un bel bouquet o una scatola di cioccolatini di marca, viene guardato molto male in ufficio, già alla vigilia. E oggi numerose attrazioni e musei di Mosca lavorano gratis per le donne. Ad esempio, le moscovite e le ospiti della capitale possono visitare le esposizioni della Galleria Tretyakov, il Museo delle uniformi militari, quello di Stato, il Museo di Arte Orientale, il Museo Storico di Stato e molti altri. Nel parco “Sokolniki” si celebrerà l’8 marzo con un concerto. Al parco “Fili” si tiene la tradizionale “Flower Run”, corsa di tre chilometri per soli uomini con mazzo di fiori.

“Gli uomini sono capaci di sorprendenti metamorfosi”, scrive Andre Standard Ballen, corrispondente a Mosca per l’edizione austriaca di Der Standard. “Una di queste metamorfosi avviene anno dopo anno in Russia, l’8 marzo: le persone avide diventano generose, i macho si trasformano in veri gentiluomini. Mentre migliaia di russi corrono verso tulipani e mimose sulla neve bagnata: cioccolato, profumi, cosmetici, gioielli e più recentemente i gadget elettronici vengono acquistati e venduti in massa”.

Se le iniziative si sprecano e l’attenzione per il gentil sesso è alle stelle, in termini di parità di genere c’è ancora parecchio da fare, secondo le statistiche: la Russia occupa il 116esimo posto nel mondo. Lo studio è “Women, Business and Law-2019” condotto dalla Banca Mondiale. In totale, gli esperti hanno analizzato la situazione dei diritti delle donne in 187 paesi. Per la valutazione, hanno utilizzato indicatori come salari, occupazione, gestione della propria attività, gestione patrimoniale, pensioni, libertà di movimento, nonché il matrimonio e la presenza di bambini.

La Russia ha ottenuto 73,13 punti su cento. Gli esperti hanno stimato che l’uguaglianza è stata raggiunta in termini di proprietà e libertà di movimento. Meno di tutti (25 su 100 punti) ha ricevuto nel campo della retribuzione. Le aree problematiche sono l’inizio di una carriera e una legge sullo scioglimento del matrimonio.

Ma la storia riserva sempre grandi sorprese. C’è chi fa risalire l’emergere di questa festa in Russia con la Rivoluzione del ’18, anche se va notato che le donne già nell’impero russo godevano di grande indipendenza, ben più delle donne in molti paesi occidentali. Nel gennaio 1906 aprì a Pietroburgo il primo istituto di istruzione tecnica superiore femminile.

Chiaro è che il governo sovietico scelse l’8 marzo per propagandare i risultati delle donne lavoratrici nell’URSS, con un occhio ai piani quinquennali. Quando il disgelo di Krusciov permise ai cittadini sovietici di respirare un po’, l’8 marzo fu dichiarato un giorno libero, dopo essere passato da “giorno di lotta” a una festa nazionale. A poco a poco, cominciarono a chiamarlo “la festa della primavera”: il suo emblema era ed è il ramo della mimosa, una delle poche piante a essere fiorita all’inizio di marzo.

Oggi la Russia di Putin continua a festeggiare, e continua a sfoggiare numerosi e diversi modelli femminili, con donne ministro, una presidente del senato e forse tra tutte, la più emergente e in vista, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che con il suo stile ha cambiato il modo di comunicare: ieri al tradizionale briefing del giovedì non solo cesti di fiori e auguri. Il corrispondente bulgaro Boris Anzov, alla fine, ha portato una linea di prodotti (di prova) con il nome e l’effige della bella e arguta portavoce di Lavrov, ma di produzione bulgara. “Con una testimonial così potremmo entrare nel mercato russo, anzi arrivare a quello mondiale”, ha detto.

Infine un po’ di galateo russo da 8 marzo (e non solo). Alle donne in Russia si regalano i fiori, esattamente come si faceva in Italia 50 anni fa ma con maggior frequenza. Gli uomini aiutano una donna con la valigia: in aeroporto, in metropolitana, sulle scale e non gliela restituiscono fino all’ultimo scalino; gli uomini aprono le portiere e reggono i cappotti alle donne. E questo, alle donne fa piacere. Al di là delle statistiche e delle festività. Non solo in Russia.