“Un tassista a Baku” a Montecitorio nell’anniversario di Khojaly

Presentata l'opera prima di Barbara Cassani

FEB 26, 2019 -

Roma, 26 feb. (askanews) – Nell’anniversario del massacro di Khojali è arrivato in parlamento a Roma “Un tassista a Baku. Le storie di Kamala”, opera prima di Barbara Cassani, che racconta le vicende di una famiglia azerbaigiana tra Baku e Roma, con il conflitto per il Nagorno Karabakh sullo sfondo. Il Nagorno-Karabakh, appunto: nella tragica notte tra il 25 e il 26 febbraio del 1992 nella cittadina di Khojaly furono uccise 613 persone, compresi 106 donne e 63 bambini, e per quei tragici eventi l’Azerbaigian chiede il riconoscimento internazionale di “genocidio” perpetrato dalle truppe armene appoggiate da un reggimento russo. L’Armenia fornisce altre cifre sulle vittime, ben più basse, contesta la versione armena, nega qualsiasi intento di eliminazione della popolazione azera. E la memoria di Khojaly ha tracciato un filo rosso della presentazione-seminario a Montecitorio, moderata nel pomeriggio dall’onorevole Giovanni Russo, alla presenza dell’ambasciatore dell’Azerbagian Mammad Ahmadzada, della presidente dell’Associazione di Amicizia Interparlamentare Italia-Azerbaijan Rossana Boldi e, naturalmente, dell’autrice del libro, Barbara Cassani. Ma anche, e soprattutto, di Durdana Aghayeva, sopravvissuta di Khojaly che all’epoca aveva 20 anni e oggi, quarantasettenne, ha raccontato gli otto giorni cominciati con la notte del massacro e per lei proseguiti “torture per sette ore al giorno, percosse, violenze, insulti”.

Una drammatica testimonianza che Durdana ha tradotto in un libro e che oggi usa per chiedere una soluzione per il conflitto ‘congelato’ del Nagorno Karabakh, da allora occupato dalle forze armene. La vicenda di Durdana è una delle “storie di Kamala” raccontate nell’appendice del libro di Cassani, dedicata a “donne vittime del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia e Azerbaigian”. Un libro che tiene costantemente sullo sfondo, come l’Azerbagian odierno, il conflitto mai risolto con l’Armenia. Ma che, allargando lo sguardo, “racconta l’Azerbaigian da tanti, da tutti i punti di vista: leggendolo uno si ritrova a guardare da vicino l’Azerbaigian anche nelle piccole cose”, come ha sottolineato l’ambasciatore Ahmadzada. Con la sua sua prima, promettente opera, Barbara Cassani porta il lettore nella realtà ancora troppo poco conosciuta di una Baku che brilla tra modernità e tradizione. E di un Paese che guarda al futuro dalla sua posizione di “crocevia” tra Asia ed Europa e al passato con la forza identitaria delle piccole cose, dal tè al pane cotto nel forno tendir. Un viaggio nel Paese caucasico attraverso le vicende familiari (di un tassista che studia l’inglese per conoscere il mondo tramite i suoi clienti, della sorella Leyla, dei figli Kamal e Ali) che si snodano tra Baku e Roma. In fondo un “libro che è un ponte tra i nostri due Paesi”, sintetizza l’ambasciatore azerbaigiano.