Senegal domani alle urne per presidenziali, favorito Macky Sall

Presidente uscente punta a un secondo mandato già al primo turno

FEB 23, 2019 -

Roma, 23 feb. (askanews) – Sono oltre 6,5 milioni gli elettori chiamati domani alle urne in Senegal per eleggere il nuovo presidente tra i cinque candidati in lizza, con il capo dello Stato uscente dato come grande favorito. Macky Sall, 56 anni, punta a conquistare già al primo turno il suo secondo mandato, per guidare la seconda fase (2019-2023) del suo Piano di sviluppo “Emerging Senegal”.

Dopo l’esclusione giudiziaria di due candidati di primo piano, quali il popolare ex sindaco di Dakar, Khalifa Sall, e il figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade, Karim Wade, il capo dello Stato uscente dovrà vedersela con l’ex premier Idrissa Seck, 59 anni, l’ex ministro degli Esteri Madické Niang, 65 anni, il deputato ed ex ispettore del fisco, Ousmane Sonko, 44 anni, e Issa Sall, 63 anni, docente e fondatore di un’Università privata a Dakar.

I primi risultati del voto sono attesi già alla chiusura dei seggi, ma i dati definitivi non si conosceranno prima dell’inizio della prossima settimana. Qualora nessuno dei candidati dovesse conquistare oltre il 50% dei voti, il ballottaggio dovrebbe tenersi il prossimo 24 marzo.

“La vittoria al primo turno è indiscutibile”, ha detto il presidente uscente in uno degli ultimi comizi a Dakar. Da parte loro, i suoi sfidanti hanno contestato il suo piano di sviluppo infrastrutturale, bollato come uno spreco del denaro dei contribuenti, che non risponde ai bisogni dei cittadini e che potrebbe creare debito se non dovesse portare gli investimenti previsti. “Se sarò eletto, butterò nella spazzatura il suo piano per il debito”, ha detto Sonko.

Nel 2017 il Senegal ha avuto un tasso di crescita del 7,2%, superando il 6% per il terzo anno consecutivo, grazie a un piano di sviluppo che “ha potenziato gli investimenti pubblici e ha stimolato il settore privato”, secondo la Banca mondiale. Tuttavia i servizi essenziali, quali sanità e istruzione, risultano ancora inadeguati. Il tasso di povertà, sebbene elevato, “sembra essere diminuito negli ultimo anni”, pari al 47% dell’ultima indigine del 2011, ha aggiunto la Banca mondiale. Il paese ha registrato a fine 2017 un tasso di disoccupazione del 15,7%, secondo l’Istituto nazionale di statistica.

Le rimesse dalla grande diaspora presente in Europa, in particolare Francia, Italia e Spagna, rappresentano il 10% del Prodotto interno lordo del Paese africano.

(con fonte Afp)