Sud Corea chiede collaborazione Giappone prima di summit Trump-Kim

Ma tra Seoul e Tokyo ci sono molti dissapori

FEB 15, 2019 -

Roma, 15 feb. (askanews) – La ministra degli Esteri sudcoreana Kang Kyung-wha ha chiesto oggi al Giappone collaborazione in vista del secondo summit tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un, previsto per fine mese in Vietnam.

Kang – secondo quanto racconta l’agenzia di stampa Yonhap – ha incontrato in Germania il suo omologo nipponico Taro Kono. “In vista del secondo e importante summit Corea del Nord-Usa, la cooperazione tra Corea del Sud e Giappone è particolarmente importante”, ha detto la ministra prima dell’incontro. E ha aggiunto di aspettarsi colloqui “franchi e costruttivi” con Kono.

Il ministro nipponico ha condiviso quest’ultimo auspicio, ricordando però che tra Seoul e Tokyo sono in piedi “molte difficili questioni”.

Non sarà facile per la Corea del Sud ottenere una piena cooperazione del Giappone, che ha sempre mostrato perplessità sulla reale volontà nordcoreana di procedere sulla via della denuclearizzazione e che è parso non condividere l’ottimismo spesso mostrato dalla Corea del Sud e dallo stesso presidente Trump rispetto al disgelo con Pyongyang.

Tra Giappone e Corea del Sud, inoltre, sono aperte questioni storiche molto complesse che ancora oggi avvelenano i rapporti. In particolare la vicenda delle cosiddette “donne di conforto”, in gran numero coreane, utilizzate nei bordelli al seguito dell’Armata imperiale nipponica nel periodo coloniale, cioè tra il 1910 e il 1945. Seoul vorrebbe ulteriori scuse formali e risarcimenti, mentre Tokyo considera definitivamente chiusa la questione dopo un accordo firmato nel 2015.

Un altro tema che divide i due vicini è quello delle riparazioni alle persone costrette a lavorare per il Giappone sempre durante il periodo coloniale. Lo scorso anno una sentenza della Corte suprema sudcoreana ha riconosciuto i diritti individuali di queste vittime, ma Tokyo considera la partita chiusa nel 1965 con l’accordo che ha normalizzato i rapporti bilaterali.