Parigi, 6 feb. (askanews) – Gli ultimi quattro anni sono stati i più caldi dall’introduzione dei registri delle temperature, un dato che secondo l’Organizzazione Meteorologica dell’Onu costituisce “un chiaro segnale di un perdurante cambiamento climatico a lungo termine”.
La temperatura media alla superficie per il 2018 risultava superiore di un grado celsius rispetto la valore preindustriale; il 2016 rimane il più caldo in assoluto anche grazie al contributo del fenomeno meteorologico globale di “El Niño”.
Ma ad importare – sottolinea l’organizzazione – non è tanto la classifica dei singoli anni, ma il trend di lungo periodo, ovvero il fatto che i venti anni più caldi mai registrati si sono verificati negli ultimi 22; inoltre l’innalzamento costante delle temperature medie ha intensificato la frequenza e la portata degli eventi estremi.
In particolare anche la recente ondata di freddo polare in alcuni stati americani – che il presidente Donald Trump aveva portato ad esempio della falsità del riscaldamento globale – è in realtà legato ai cambiamenti climatici in corso ai poli. Quanto al 2019, ha preso il testimone del suo predecessore: l’Australia ha fatto registrare il gennaio più caldo della storia.
(fonte Afp)