Francia, da oggi Nutella e Coca Cola al supermercato costano di più

In vigore tra le polemiche legge con viete vendite a prezzi di costo

FEB 1, 2019 -

Roma, 1 feb. (askanews) – La Nutella, il formaggio camembert Président, il pastis Ricard i caffè Carte Noire da oggi costano di più in Francia dove è entrata in vigore una controversa legge sui prezzi dei prodotti alimentari. In pratica prodotti dei grandi marchi alimentari e di bevande non possono più essere venduti a prezzo di costo, ma il margine per il rivenditore deve essere almeno del 10%. Con la legge il governo vuole aiutare i piccoli produttori, ma il provvedimento arriva in uno momento non particolarmente felice, mentre il Paese è scosso dalle proteste dei gilet gialli per il carovita. Inoltre si moltiplicano i dubbi sulla sua efficacia effettiva.

Gli aumenti non sono uniformi e riguardano soprattutto i prodotti in vendita nei supermercati e ipermercati. La grande distribuzione infatti tende a offrire i prodotti delle marche più popolari a prezzi di costo, abbattendo i margini per attrarre i consumatori. Gli utili delle grandi catene dipendono soprattutto dai volumi elevati, mentre i piccoli negozi non hanno la scala sufficiente per ridurre altrettanto i prezzi.

La catena Carrefour ha annunciato che si adatta alla legge aumentando gli sconti per i portatori di tessere fedeltà. In media i prezzi su mille prodotti alimentari, dei 25mila in vendita nei suoi negozi, aumenteranno di 35 centesimi, il 5%. Una catena di grande distribuzione che ha già aumentato i prezzi ha dato al quotidiano Le Parisien in anonimato una lista dei marchi interessati. Tra di essi il camembert Président (più 8,6%), il pastis (liquore all’anice) Ricard (più 9,9%), la Nutella (più 8,4%), la Coca-Cola (più 5%). La catena di ipermercati E Leclerc ha annunciato un aumento dei prezzi medio del tre per cento su mille marchi.

Il ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume ha detto che “l’obiettivo è vendere beni agricoli per il loro valore” e ha aggiunto che carne e pesce non saranno toccati dagli aumenti.

Il governo spera che obbligando i negozi a pagare di più i loro fornitori, i grossisti, questi ultimi pagheranno di più i produttori di alimenti e bevande francesi. In pratica i ricavi dei grossisti aumenterebbero dato che i consumatori pagano di più alcuni marchi. Ma milioni di francesi sono sul piede di guerra contro il carovita e la manovra è rischiosa per un governo che già fatica a contenere le proteste dei gilet gialli.

L’associazione di tutela dei consumatori UFC Que Choisir ha espresso scetticismo sulla nuova legge. Uno dei suoi ricercatori, Mathieu Escot, ha detto che le catene minori, come la parigina Monoprix, non aumenteranno i prezzi, perchè i margini sono già oltre il dieci per cento. Ma ha notato che i “gilet gialli” fanno la spesa negli ipermercati. “Pagheranno i francesi con redditi più modesti, con un minore potere d’acquisto” ha detto Escot sottolineando che la legge “non obbliga” i grossisti a pagare di più i produttori rurali francesi. Una grande associazione di agricoltori, Confédération paysanne, ha detto al quotidiano Libération che “non c’è un chiaro incentivo a garantire un ritorno ai produttori e ad aumentare i loro ricavi”.