Azerbaigian: democrazia è processo,noi in cammino da meno 30 anni

Capo dipartimento politica estera : bisogna saper comparare

GEN 28, 2019 -

Roma, 28 gen. (askanews) – “La democrazia è un processo” e l’Azerbaigian ha avviato un percorso democratico meno di trent’anni fa, “per capirlo serve un approccio comparativo”: Baku così risponde a quanti in Occidente contestano alle autorità azere un deficit di democrazia e un’insufficiente rispetto dei diritti fondamentali.

“L’Azerbaigian ha un suo approccio strategico alla democrazia, la democrazia è un processo. Noi siamo indipendenti dal 1991 e solo allora abbiamo avviato un percorso verso la democrazia ha dichiarato il direttore del dipartimento di politica estera dell’amministrazione presidenziale dell’Azerbaigian, Hikmat Hajiyev, incontrando oggi alcuni giornalisti italiani – Per capire l’Azerbaigian, dico sempre ai miei amici occidentali, bisogna guardarlo con approccio comparativo: nel 1991 eravamo uno stato fallito, più della metà della popolazione viveva in povertà, poi abbiamo avuto una guerra (per il Nagorno Karabakh,ndr) per cui ancora non si trova una soluzione. Oggi, 25 anni dopo, per Pil procapite l’Azerbaigian è a livello di Paesi europei di medio reddito pro capite, per ogni settore abbiamo approccio strategico. Solo 25 anni fa nessuno avrebbe mai creduto che noi avremmo portato gas all’Europa, perché all’epoca avevamo l’elettricità solo poche ore al giorno. Insomma, bisogna sapere guardare in prospettiva e comparando”.

Sullo stesso argomento si è ragionato a Baku con Ali Huseynli, presidente della Commissione diritto del parlamento azero. “Tutti i popoli sono diversi, per ogni popolo la storia, la geografia, anche la religione giocano un grande ruolo”, ha affermato, sottolinenando di parlare a titolo personale. A mio avviso non saremo mai come i tedeschi e francesi e non ne vedo il bisogno. Voglio dire che la forma di democrazia viene scelta dei popoli, ci sono popoli orientali come quello del Giappone o della Corea del sud che non corrispondono certo a criteri europei, ma non per questo si tratta di democrazie inferiori. Io penso che ci si debba accettare l’un l’altro così come siamo”. Per Huseynli, “l’Italia può essere un ponte per il dialogo tra Arzebaijan e l’Europa. Può giocare questo ruolo e lo sta facendo. Quando al consiglio d’Europa ci sono relatori italiani noi siamo sempre contenti”.

Orietta Moscatelli