Venezuela, Guaidò: l’Italia e l’Ue ci aiutino

"Speriamo di sentire presto un pronunciamento del Papa"

GEN 26, 2019 -

Roma, 26 gen. (askanews) – Chiede aiuto all’Italia e all’Unione europea, aspetta un pronunciamento del Papa, e conferma: “vogliamo una transizione pacifica verso la democrazia”. L’autoproclamato presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidò commenta, in un’intervista al quotidiano la Stampa, la situazione nel suo Paese e spiega che “l’appoggio della comunità internazionale è molto importante, perché qui si tratta non solo di ristabilire lo stato di diritto, ma il rispetto più basilare dei diritti umani”. “L’Unione europea, con l’Italia al suo interno che ha avuto un ruolo molto importante nella storia del Venezuela, è un baluardo di questi principi. Abbiamo bisogno del loro appoggio perché ci dà fiducia e legittimità”, sottolinea Guaidò.

Secondo l’autoproclamato presidente ad interim, “la Ue potrebbe rappresentare un’istanza fondamentale, se il regime non accettasse la transizione, sollevando con la sua autorità la questione dei diritti umani in Venezuela davanti alle corti internazionali”. Ma un contributo fondamentale potrebbe arrivare anche dal Vaticano. “Noi speriamo di sentire presto un pronunciamento del Papa”, ammette Guaidò, che promette una “una transizione basata su tre punti: fine del governo usurpante, formazione di un esecutivo ad interim, e convocazione di nuove elezioni”.

D’altra parte, insiste Guaidò, “l’elezione di Maduro è illegittima, perché il voto dell’anno scorso ha violato le regole della democrazia”. “Come presidente dell’Assemblea Nazionale, unico organo dello stato davvero eletto liberamente dai nostri cittadini, la Costituzione mi dà il diritto di assumere la carica di presidente ad interim, per convocare entro trenta giorni nuove elezioni legali”, argomenta.

E a chi, come Maduro, lo accusa di essere autore di un golpe, Guaidò risponde: “Stiamo parlando dell’usurpartore che ha messo in prigione i suoi avversari politici, da Leopoldo Lopez ad Antonio Ledezma, per non accennare nemmeno alle decine di persone uccise durante le manifestazioni pacifiche e disarmate dei mesi scorsi. Ma anche se volessimo trascurare tutti questi elementi, il fatto indiscutibile è che il regime ha fallito, perché non riesce più nemmeno a pagare i suoi conti, in un paese che avrebbe risorse straordinarie”.