Praga, Palach fu sul punto di sparare contro soldati russi

Lo rivelano ricostruizioni storiche inedite

GEN 10, 2019 -

Roma, 10 gen. (askanews) – Jan Palach, il giorno dell’invasione sovietica di Praga nell’agosto del 1968, fu sul punto di impugnare una pistola e sparare contro i militari delle truppe di occupazione. A rivelarlo sono ricostruzioni storiche inedite, pubblicate oggi dalla stampa ceca, mentre il paese si appresta a celebrare il cinquantesimo anniversario del sacrificio del giovane studente, che il 16 gennaio del 1969 si immolò fra le fiamme sulla Piazza Venceslao di Praga per protestare contro l’invasione.

A parlarne è stato lo storico Petr Blazek il quale ha accertato, secondo testimonianza dirette, che il giovane patriota aveva una pistola nella borsa, quando in quel fatidico 21 agosto, si precipitò a Praga in treno da Vsetaty – il villaggio dove viveva con la sua famiglia – per rendersi conto di persona di quanto stava accadendo e per unirsi alle manifestazioni di protesta.

Le testimonianze raccolte da Blazek sono quelle di due anziani – Marie Stribrna, morta di recente, e Vaclav Hanak – che in quel periodo erano compagni di università di Palach. Entrambi hanno raccontato allo storico che Palach mostrò loro l’arma, nascosta dentro una ventiquattrore, e manifestò l’intenzione di utilizzarla contro gli occupanti. Entrambi lo pregarono di non farlo, riuscendo a fargli comprendere che una reazione di quel tipo contro i soldati sovietici avrebbe avuto come conseguenza la reazione violenta degli invasori e conseguenze ancora più drammatiche per la popolazione. Sia la Stribrna che Hanak hanno spiegato di aver atteso tutto questo tempo prima di parlare allo scopo di proteggere la figura di Palach, per evitare che qualcuno ne approfittasse per metterlo in cattiva luce e farlo passare per un estremista.

Trascorsero però solo cinque mesi, prima che il giovane patriota, allora ventenne – deluso per la fine degli ideali riformisti nati durante la Primavera di Praga e sconvolto per la normalizzazione ormai avviata, decidesse di compiere il gesto che lo ha consegnato alla storia, dandosi fuoco sulla Piazza Venceslao.

A confermare a Blazek l’esistenza di questa pistola è stato anche Jiri Palach, il fratello di Jan, più anziano di lui di sette anni. Fu proprio Jiri, insieme alla madre, a ritrovare l’arma nella stanza di Jan, pochi giorni dopo la sua morte. Si trattava di una Browning, che in passato era appartenuta al padre. Inizialmente la nascosero, poi la fecero sparire, per il timore che le autorità comuniste si accanissero ancora di più contro la loro famiglia, con l’accusa di detenzione illegale di un’arma.