Shevchuk: Ucraina terra di scontro tra Mosca e Costantinopoli

Parla il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina

NOV 21, 2018 -

Roma, 21 nov. (askanews) – L’Ucraina è diventata “una terra di scontro” tra Mosca e Costantinopoli, secondo il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyc.

Ospite del programma “Soul” di Tv2000, l’arcivescovo Shevchuk in un’intervista a tutto campo a Monica Mondo ripercorre la storia del suo Paese e guarda con apprensione al tempo attuale in cui, denuncia, si sta consumando “una catastrofe umanitaria in Europa, più grande e dolorosa della Seconda Guerra mondiale”. La causa è l'”aggressione dalla militare della Federazione Russa” afferma, sottolineando che “nessuno ricorda che l’Europa è in guerra, non tutti capiscono che la guerra in Ucraina è una guerra in Europa.

Il movimento di resistenza sfociato nella rivoluzione della dignità, meglio conosciuta come “Maidan”, del 2013, secondo Shevchuk, è stato “una reazione contro la rinascita del totalitarismo, della corruzione”. Cominciata come una protesta essa è poi diventata “una rivelazione della società civile che ha fatto morire la società post-sovietica. I n quella piazza abbiamo visto una grande manifestazione di solidarietà tra diversi gruppi etnici, chiese e religioni e tutti pregavano assieme”. E in qui giorni del “Maidan” non si percepiva la “divisione tra cristiani” che invece risulta dolorosamente visibile oggi: “Quando è finito tutto l’Ucraina è diventata una terra di scontro tra due grandi centri del cristianesimo, quello di Costantinopoli e di Mosca. Proprio per questo la Chiesa unita con Mosca è stata usata come strumento per scopi politici”, osserva Shevchuk. “Questo scontro non si percepisce tanto in Ucraina, ma forse si percepisce fuori perché qui, a Roma soprattutto, si dà uno sguardo universale sulla Chiesa in tutto il mondo ed ovviamente quando noi vediamo due chiese locali che si scontrano, questo è motivo di dolore. Dentro il nostro Paese c’è il desiderio di essere liberi di sganciarci da questo potere politico straniero, ovviamente noi vogliamo bene ai nostri fratelli ortodossi, sia a quelli di Mosca che di Costantinopoli e cercheremo sempre di essere buoni fratelli con tutti e sviluppare le relazioni ecumeniche nel pieno senso di questa parola, perché l’ecumenismo è un movimento teso a realizzare non sentimenti nazionali o patriottici di un solo Paese, ma un movimento universale per ristabilire l’unità della Chiesa di Cristo com’è stata nel primo millennio”.