Honduras, migliaia in corteo a sostegno della carovana di migranti

Manifestazione a Tegucigalpa, marcia verso l'ambasciata Usa

OTT 20, 2018 -

Roma, 20 ott. (askanews) – Centinaia di persone hanno marciato ieri a Tegucigalpa, la capitale dell’Honduras, a sostegno della “carovana” di migliaia di migranti diretti negli Stati Uniti per sfuggire alla miseria e alla violenza che minano il Paese. Circa 1.500 manifestanti, secondo le stime della stampa locale, hanno marciato verso l’ambasciata americana, dove hanno bruciato una bandiera americana, accusando Donald Trump di “discriminazione” contro gli honduregni.

“Via OJH”, hanno intonato i manifestanti, riferendosi alle iniziali del presidente honduregno Juan Orlando Hernandez. Apprendendo che migliaia di migranti si stavano recando negli Stati Uniti negli ultimi giorni, Donald Trump ha minacciato di tagliare gli aiuti del suo paese all’Honduras, ma anche al Guatemala e al Salvador, se le autorità non avessero messo fine a questo esodo. Giovedì Trump ha anche minacciato di chiudere il confine con il Messico se le autorità messicane non avessero bloccato l’avanzata dei migranti.

Intanto, migliaia di honduregni, formando una “carovana”, hanno lasciato San Pedro Sula, nel Nord dell’Honduras, dopo un appello sui social network. Circa 4000 sono arrivati in piccoli gruppi, a piedi o in autobus, negli ultimi giorni a Tecun Uman, in Guatemala. Ieri hanno attraversato una recinzione metallica al valico di frontiera guatemalteco prima di essere bloccati dalla polizia messicana.

L’Honduras è considerato uno dei paesi più violenti del mondo, con un tasso annuo di 43 omicidi ogni 100.000 abitanti. Come in Guatemala e in El Salvador, le bande criminali terrorizzano il paese, dove il 68% dei nove milioni di persone vive al di sotto della soglia di povertà. Più di 500.000 persone attraversano illegalmente il confine meridionale del Messico ogni anno e poi cercano di entrare negli Stati Uniti, secondo le cifre delle Nazioni Unite.

(fonte afp)