Praga, attivista seminuda per protesta durante messa in cattedrale

Contro dichiarazioni omofobe e misogine di prelato

OTT 17, 2018 -

Praga, 17 ott. (askanews) – Una attivista seminuda, con in testa la riproduzione di una corona di spine, ha interrotto la messa celebrata dal cardinale Dominik Duka nella cattedrale di San Vito di Praga. La clamorosa protesta – durante la quale la donna si è spogliata rimanendo in silenzio davanti all’altare, prima di essere trascinata via – era rivolta contro le dichiarazioni shock sugli omosessuali e sulla Convenzione di Istanbul pronunciate la settimana scorsa, in questa stessa basilica, dal monsignor Petr Pitha, un prelato vicinissimo al cardinale Duka.

Il sacerdote, considerato un esponente di massimo rilievo della Chiesa cattolica ceca, nel corso di un sermone rivolto ai fedeli dal pulpito di San Vito, si era scagliato contro la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa – un documento che intende prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sulle donne – definendolo “non democratico e dittatoriale” e accusando i suoi autori di essersi “ispirati al marxismo e al nazismo”. “Porterà alla adozione di leggi perfettamente perverse contro le famiglie tradizionali fondate sul matrimonio fra un uomo e una donna” aveva detto Pitha, prospettando che “a tali genitori verranno portati via i figli” e che qualsiasi disaccordo verrà punito con “la deportazione in campi di concentramento di carattere rieducativo”, con l’avvertimento finale che “gli omosessua li saran no dichiarati una classe dirigente superiore”.

La donna protagonista ieri della protesta si chiama Aneta Petani ed è stata immediatamente portata via dagli uomini della sicurezza, presenti in forza nella cattedrale, in quanto alla messa del cardinale Duka assisteva anche una parte del corpo diplomatico e il nuovo ministro degli Esteri ceco, il socialdemocratico Tomas Petricek, nominato ieri poche ore prima.

Pitha, il quale per le sue parole è stato denunciato dalla associazione Ceska zenska lobby (Lobby delle donne ceche), è difeso a spada tratta dal cardinale Duka, arcivescovo di Praga e presidente della Conferenza episcopale ceca, il quale ha dichiarato: “La Convenzione di Istanbul mette l’uomo e la donna uno contro l’altro, declassa il loro rapporto a un mero rapporto di forze e porterebbe a una relativizzazione dei valori culturali europei.