Cnn: Riad pronta a dire che Khashoggi ucciso in interrogatorio

OTT 15, 2018 -

New York, 15 ott. (askanews) – L’Arabia Saudita si prepara ad ammettere che il giornalista saudita Jamal Khashoggi – scomparso dal 2 ottobre scorso quando entrò nel consolato del suo Paese a Istanbul, Turchia – è morto per via di un interrogatorio andato male. Lo riferisce Cnn che cita due fonti.

Secondo le indiscrezioni di Cnn, l’Arabia Saudita ammetterà anche di avere pianificato un rapimento di Khashoggi per riportarlo presumibilmente in patria. Ciò confermerebbe quanto sostenuto fino ad ora dalla Turchia, che ha detto di avere file audio e video che confermano la tortura del giornalista in auto esilio da in anno in Usa e che era andato nella sede consolare saudita a Istanbul per ottenere documenti sul suo divorzio.

Stando all’emittente, le autorità saudite prenderanno i dovuti provvedimenti contro i responsabili di quanto accaduto per mano – forse – di funzionari d’intelligence privi dei via libera necessari. Una mossa, il punire delle presunte mele marce, che servirebbe a salvare la faccia a Riad. In una telefonata odierna con Trump, il re Salman aveva negato di essere a conoscenza di quanto successo al reporter che scriveva sul Washington Post e che era critico del principe erede al trono Mbs.

Sempre oggi il regno saudita – il principale esportatore di greggio e importatore di armi – aveva lanciato un’inchiesta interna e aveva permesso alle autorità turche di effettuare un sopralluogo nella sede consolare teatro di una tragedia che ormai era data per certa da tutto il mondo.

Resta da capire come l’America di Donald Trump e la comunità internazionale reagiranno a un simile mea culpa. Sabato scorso il 45esimo presidente Usa aveva promesso una “punizione severa” nel caso in cui Riad fosse responsabile dell’assassinio di Khashoggi. L’Arabia Saudita ieri aveva risposto promettendo azioni ancora più forti a qualsiasi ritorsione. La minaccia è sembrata un riferimento alla volontà di usare il rialzo dei prezzi del greggio come arma politica.

Lme