Lancet: impennata dei parti cesarei, quasi il doppio in cinque anni

I ginecologi parlano già di "epidemia"

OTT 12, 2018 -

Parigi, 12 ott. (askanews) – Il numero di nascite per parto cesareo è quasi raddoppiato nell’arco di cinque anni, passando dal 12% al 21% in 15 Paesi. E i ginecologi si interrogano su questa “epidemia”, in un dossier pubblicato dal Lancet.

Si stima che la percentuale di cesarei strettamente necessari per ragioni mediche si aggiri tra il 10% e il 15%, ma il 60% dei 169 Paesi esaminati si trovano al di sopra di questa forchetta, mentre un quarto al di sotto, secondo lo studio basato sui dati Oms e Unicef.

In 15 Paesi si concentra, poi, oltre il 40% delle nascite per cesareo. Tra i Paesi individuati ci sono Repubblica domenicana, Brasile, Egitto, Turchia, Venezuela, Cile, Colombia e Iran. “Il forte aumento dei cesarei pone un problema a causa dei rischi associati alla madre e al neonato”, sottolinea la coordinatrice dello studio Marleen Temmermann (Aga Khan University del Kenya e Université de Gand in Belgio). “Nel caso di complicazioni, il cesareo salva delle vite e dobbiamo favorire l’accesso delle donne (a questa operazione) nelle regioni povere, ma non ne dobbiamo abusare”.

Esistono disparità enormi tra l’Africa subsahariana (4,1%) e l’America latina e i Caraibi (44,3% nel 2015). In Asia il ricorso a questo intervento è aumentato del 6% all’anno, passando dal 7,2% al 18,1% tra il 2000 e il 2015. In America del Nord (32% nel 2015) e in Europa occidentale (26,9%) la crescita si è attestata sul 2% l’anno.

Lo studio non consente di comprendere le ragioni di questo generalizzato aumento, ma constata che spesso è collegato al livello di istruzione: come in Brasile dove il 54,4% dei parti con cesareo riguardano donne con alti livelli di istruzione, contro il 19,4% per le donne meno istruite.

(fonte afp)