Concluso incontro italo-messicano su piante medicinali

Dal settore grande potenziale di interscambio con l'Italia

OTT 12, 2018 -

Roma, 12 ott. (askanews) – Il 24 e 25 settembre a Cuernavaca, nello Stato di Morelos, – riferisce il sito “punto d’incontro” – si è svolto il Simposio bilaterale Messico-Italia sulle piante medicinali, con l’appoggio, anche economico, dell’Istituto Italiano di Cultura e di diverse entità dell’amministrazione pubblica ed istituti scientifici locali, tra cui la Secretaría de Innovación, Ciencia y Tecnología, il Consejo Estatal de Ciencia y Tecnología, la Universidad Autónoma del Estado de Morelos (UAEM) —attraverso il centro di ricerca in biotecnologie—, il Foro Consultivo de Ciencia y Tecnología e la Commissione Nazionale di Sviluppo dei Popoli Indigeni.

L’incontro è stato progettato dall’Ufficio di Cooperazione Scientifica e Tecnologica dell’Ambasciata d’Italia in Messico —guidato da Emilia Giorgetti— per approfondire sul tema delle piante medicinali —viste come una classe di prodotti messicani con grande potenziale per l’interscambio di conoscenze ed esperienze con l’Italia— dal punto di vista della medicina allopatica, della ricerca e della commercializzazione, ma anche da quello dello sviluppo delle comunità rurali e indigene, depositarie delle conoscenze ancestrali legate alla medicina.

La scelta della tematica della riunione è in linea con recenti documenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, che danno il massimo rilievo alle medicine tradizionali come strumento per garantire l’accesso alla salute a strati sempre più ampi della popolazione mondiale, e con le eccellenze che l’Italia può mettere in campo nel settore, a livello accademico e imprenditoriale.

Da parte italiana hanno partecipato Alessandro Lupo, antropologo dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, da 40 anni attivo in Messico nell’ambito di una missione etnografica finanziata dal MAECI; Domenico Delfino, dell’Università di Perugia, medico esperto nello studio farmacologico dei prodotti derivati da piante medicinali; Giorgio Zanchin, dell’Università di Padova, neurologo e presidente della Società di Storia della Medicina; Adis Sartor, del gruppo Tecnolab-Timatic, società specializzata nell’estrazione di principi attivi e la lavorazione di erbe officinali, e Jacopo Lucci, del gruppo Aboca, azienda leader nell’innovazione terapeutica a base di complessi molecolari naturali.

Da parte messicana si è potuto contare con la presenza di un folto gruppo di ricercatori e studenti della UAEM, specialisti del settore provenienti dalla UNAM di Città del Messico —tra cui il Dott. Navarrete, il Dott. Bye e la Dott.ssa Linares— e rappresentanti del Colegio de Posgraduados di Texcoco, il CICY di Mérida, il CIATEJ di Guadalajara, il Tecnológico de Monterrey e l’Università dello Stato di Nuevo León.

Nella sua conferenza di apertura, Plantas, de quién y para qué: reflexiones antropológicas sobre la etnofarmacopea indígena, Lupo ha sottolineato come le Americhe offrano un patrimonio sviluppatissimo di conoscenze delle proprietà medicinali delle sostanze naturali e ha riassunto le iniziative che in Messico sono state intraprese nel corso del XX secolo per documentarlo.

Ha poi affrontato il tema della proprietà intellettuale del sapere indigeno in materia di salute, sottolineando la complessità della problematica del suo riconoscimento su beni di disponibilità collettiva e su nozioni ampiamente condivise. Ha infine messo in luce gli aspetti che possono complicare la ricerca nel campo delle piante medicinali, ricordando che questa, per quanto basata su conoscenze dal solido fondamento empirico, si combina con elementi di ordine simbolico-rituale, difficili da isolare da quelli “scientificamente accertati”.

Il simposio si è poi articolato su quattro sessioni: la ricerca sulle piante medicinali in Messico, le piante medicinali in Italia, la collaborazione comunità-università-istituzioni e la convergenza della conoscenza in contesti territoriali.

La partecipazione del pubblico —140 persone, corrispondenti alla capienza massima dell’auditorium— è stata costante durante i due giorni. «Una presenza attiva e stimolante», ha detto a Puntodincontro l’Addetta scientifica dell’Ambasciata d’Italia, Emilia Giorgetti.

Per le aziende italiane, l’evento è stato una importante vetrina ed una significativa fonte di contatti commerciali.