Conte in Etiopia ed Eritrea, Italia capofila a sostegno pace

Presidente del Consiglio sarà 11 e 12 ottobre in Etiopia ed Eritrea

OTT 9, 2018 -

Roma, 9 ott. (askanews) – L’Italia ha deciso di scommettere sull’accordo di pace firmato da Etiopia e Eritrea il 16 settembre scorso a Gedda, facendo da capofila al processo di stabilizzazione e sviluppo economico appena avviato nella regione: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà infatti il primo capo di Stato occidentale a recarsi, l’11 e il 12 ottobre, ad Addis Abeba e ad Asmara, dopo che già il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, è stato il primo ministro di un Paese occidentale ad avere un incontro a tre con i suoi omologhi dei due Paesi del Corno d’Africa, a margine dell’Assemblea generale Onu. L’obiettivo principale della missione di Conte, hanno detto fonti qualificate ad askanews, è “incoraggiare il processo di pace e confermare l’impegno dell’Italia nel Corno d’Africa, attraverso il sostegno alla crescita e allo sviluppo sostenibile di Etiopia ed Eritrea e più in generale allo sviluppo dell’intera regione”.

Conte incontrerà i leader etiopico ed eritreo, Abyi Ahmed e Isaias Afewerki, già protagonisti lo scorso luglio ad Asmara di uno storico “abbraccio fraterno” che ha messo fine a 20 anni di ostilità tra i due Paesi, che da allora hanno riavviato i rapporti diplomatici, ripristinato i collegamenti telefonici ed aerei e riaperto le frontiere terrestri, rilanciando così i commerci lungo uno dei confini che solo pochi mesi fa era uno dei più militarizzati al mondo e consentendo all’Etiopia, Paese senza sbocchi sul mare, di tornare ad accedere ai porti eritrei. La pace tra quelli che solo pochi mesi fa erano i due arcinemici della regione ha poi fatto da volano alla distensione dell’Eritrea con i vicini Somalia e Gibuti, con ripercussioni anche nel vicino Sud Sudan.

Conte arriverà quindi nel Corno d’Africa in un momento in cui nella regione soffia “un vento di speranza”, come ha detto a Gedda il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e dove oggi appare prioritario definire i dividendi della pace. Questione già affrontata nella colazione di lavoro avuta a New York dal ministro Moavero Milanesi con i suoi omologhi di Etiopia ed Eritrea, Workneh Gebeyehu e Osman Saleh, durante la quale ha assicurato ai suoi interlocutori il “convinto e fattivo appoggio dell’Italia alla piena attuazione dell’accordo di pace, sia sul piano bilaterale, sia nei vari consessi internazionali e multilaterali”.

Un sostegno di carattere politico, a fronte della cautela, se non dello scetticismo, nutriti ancora da alcuni Paesi, in particolari europei, sul processo avviato con l’accordo, ma anche e soprattutto economico e di cooperazione, in una regione dove è diffusa la povertà e da dove in migliaia partono alla volta dell’Europa. “L’Italia è pronta ad accompagnare la crescita economica e lo sviluppo sostenibile di Etiopia e Eritrea, mediante una strategia articolata, con investimenti, interventi di cooperazione e programmi di educazione e formazione professionale, per valorizzare il capitale umano dei due Paesi”, ha detto Moavero, dando subito appuntamento ai suoi colleghi per la Conferenza Italia-Africa del 25 ottobre a Roma. Un appuntamento che indica la volontà a dare seguito a tale impegno, “grazie a forme concrete di collaborazione economica su piano bilaterale, trilaterale e multilaterale, in particolare nei settori infrastrutture ed energia”, in un’ottica di integrazione economica di una regione che oggi spera nella pace.