Clima, allarme panel Onu: cambio di paradigma per evitare caos

Altrimenti già nel 2030 temperature in salita di un grado e mezzo

OTT 8, 2018 -

Incheon (Corea del Sud), 8 ott. (askanews) – Per evitare il caos climatico globale serve una grande trasformazione della società e dell’economia mondiali “su una scala senza precedenti” e il tempo per evitare il disastro sta per scadere. L’allarme arriva da un importante rapporto Onu, che ricorda che la superficie terrestre si è riscaldata di un grado centigrado, abbastanza per far salire il livello degli oceani e scatenare un crescendo letale di tempeste, alluvioni e siccità, e pronostica una temperatura in salita di tre o quattro gradi, che renderebbe la Terra inabitabile. Al livello attuale di emissioni di gas serra potremmo superate il grado e mezzo già nel 2030, o al più tardi nel 2050, stima con “con elevata sicurezza” l’autorevole Intergovernmental Panel for Climate Change (IPCC).

“I prossimi anni saranno probabilmente i più importanti nella storia dell’umanità” ha detto all’Afp Debra Roberts, capo del Dipartimento pianificazione ambientale e protezione del clima di Durban, Sudafrica, tra i co-presidenti dell’IPCC. Il sommario esecutivo del rapporto di 400 pagine sottolinea quanto in fretta il cambiamento climatico abbia sconfitto i tentativi dell’umanità di domarlo e delinea una serie di opzioni per evitare i peggiori disastri che ci attendono in futuro. “Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo trasmesso il messaggio” ha detto Jim Skea, un altro co-presidente dell’Ipcc e professore del Centro per la politica ambientale dell’Imperial College London. “Ora spetta ai governi, è loro responsabilità agire”.

Prima dell’accordo sul clima del 2015 a Parigi quasi un decennio di ricerche si è basato sull’assunzione che un aumento delle temperature di due gradi centigradi fosse la soglia massima perchè il mondo resti un luogo sicuro. Ma il nuovo rapporto dell’IPCC mostra che l’impatto del riscaldamento globale è stato più rapido e violento del previsto. “Le cose che secondo gli scienziati dovevano accadere più avanti nel futuro stanno accadendo ora” ha detto all’Afp Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International.

Per avere almeno una chance del 50% di restare sotto la soglia di un riscaldamento di un grado e mezzo, il mondo entro il 2050 deve diventare “carbon neutral”, secondo il rapporto. “Questo vuol dire che per ogni tonnellata di CO2 che immettiamo nell’atmosfera, dobbiamo eliminarne un’altra tonnellata” ha detto il coordinatore Myles Allen, capo del programa di ricerca sul cambiamento climatico dell’università di Oxford.

Sulla base di oltre seimila studi recenti, il rapporto delinea quatto percorsi per raggiungere l’obiettivo. Il più ambizioso prevede un radicale ridimensionamento dei consumi energetici accompagnato da un rapido abbandono delle energie fossili e da un netto calo delle emissioni di CO2 già dal 2020. Questo consentirebbe anche di non superare il grado e mezzo di riscaldamento.

Uno scenario contrastante “paga dopo” compensa il mantenimento di stili di vita ad alto consumo energetico e il prolungato utilizzo di combustibili fossili con un temporaneo sfondamento della soglia del grado e mezzo. Lo scenario si basa su un uso massiccio dei biocarburanti, prevede che un’area pari al doppio della superficie dell’India venga coltivata a biocarburanti e assume che circa 1.200 miliardi di tonnellate di CO2, ai tassi attuale la produzione di 30 anni, possano venire riposti nel sottosuolo. “E’ giusto che la prossima generazione paghi per togliere dall’atmosfera la Co2 che immettiamo oggi?” si chiede Allen. “Dobbiamo cominciare a discuterne ora”. La posta è particolarmente alta per i piccoli Stati insulari, i paesi in via di sviluppo nei tropici e i paesi con regioni di delta densamente popolate, che già soffrono dell’aumento dei livelli del mare.

“Ci restano solo opportunità minime per evitare danni impensabili al sistema climatico che sostiene la vita così come la conosciamo” ha detto Amjad Abdulla, capo negoziatore ai colloqui Onu sul clima per l’Alleanza dei piccoli stati insulari. Limitare il riscaldamento globale al grado e mezzo ha un costo elevato: circa 2.100 miliardi di euro di investimenti nel sistema energetico globale ogni anno dal 2016 al 2035, pari al 2,5% del pil globale, si legge nel rapporto. Il percorso verso un mondo sicuro sul piano climatico è diventato una fune sull’abisso, e richiederà uno sforzo senza precedenti di buona volontà, scrivono gli autori.

Il rapporto dell’IPCC sarà sul tavolo del vertice Onu sul clima di Katowice, in Polonia, dove a dicembre i leader mondiali dovrebbero proporre i loro obiettivi nazionali di taglio delle emissioni, che, anche se raggiunti, comporterebbero un aumento delle temperature di tre gradi.

La riunione di Incheon, in Corea del Sud, durata ben oltre il previsto, si è arenata sabato quando i sauditi hanno chiesto di cancellare un passaggio che sottolineava la necessità di ridurre le emissioni globali di CO2 “ben prima dl 2030”. Il rapporto è stata poi approvato quando i rappresentanti della potenza petrolifera hanno fatto marcia indietro. I timori che gli Stati Uniti mettessero di traverso si sono rivelati infondati. L’amministrazione Trump ha smantellato le politiche di riduzione delle emissioni e annunciato la revoca del trattato di Parigi.

(fonte Afp)