Rep. Ceca, voto municipali prima sconfitta per premier Babis

Rinnovato anche un terzo del Senato

OTT 7, 2018 -

Roma, 7 ott. (askanews) – Il voto per le municipali e per il rinnovo di un terzo del Senato, appena svoltosi in Repubblica ceca, si è rivelato una mezza delusione per Ano, la formazione guidata dal premier miliardario Andrej Babis, che ha subito lo smacco di perdere la capitale Praga. Per il leader populista si è trattato della prima sconfitta in questi cinque anni di carriera politica contraddistinta da ininterrotti successi. I cittadini sono andati alle urne venerdì e sabato – con una affluenza finale del 47% alle comunali e del 42% alle senatoriali – ma solo questa mattina sono stati forniti i risultati definitivi.

La tornata elettorale ha anche sancito da un lato la quasi totale disfatta dei tradizionali partiti di sinistra, i socialdemocratici della Cssd e i comunisti del Kscm, dall’altro la notevole crescita dei Pirati, una forza sempre più all’arrembaggio in Repubblica ceca, dopo l’exploit dell’11% alle politiche del 2017. Ora i Pirati potrebbero addirittura conquistare la carica di primo cittadino di Praga, dove sono secondo partito ma molto ben messi nel gioco delle prossime alleanze per la guida della città. Il loro candidato sindaco è Zdenek Hrib, un medico.

Per il resto dal voto di questo fine settimana è scaturito il buon risultato sia dei conservatori civici democratici dell’Ods, principale forza di opposizione dell’attuale governo guidato da Babis, che hanno conquistato la posizione di primo partito a Praga, così come dei cristiano democratici del Kdu-Csl, partito tradizionalmente forte a livello di politica comunale, soprattutto nelle zone agrarie del paese. Tutto questo in attesa di conoscere fra una settimana i risultati dei ballottaggi per il Senato, visto che solo due dei 27 seggi in palio sono stati assegnati in questo primo turno.

Ano – Akce nespokojenych obcanu, ovvero Iniziativa dei cittadini scontenti, il partito di cui il premier Babis è padre e padrone, si è imposto alle comunali in quasi quasi tutte le principali città del paese, ad eccezione di Liberec e come si è detto Praga, il che ha trasformato il successo complessivo in una classica vittoria di Pirro. Il duello per la conquista della capitale era d’altronde il più atteso e Babis si era attivato in prima persona nella campagna elettorale, scegliendo direttamente il candidato sindaco, Petr Stuchlik, un facoltoso imprenditore del settore delle consulenza finanziaria. Il risultato di tutti questi sforzi è stato uno striminzito quarto posto in graduatoria, con la conseguenza che Ano perderà al carica di sindaco di Praga e con ogni probabilità anche un ruolo nella futura coalizione alla guida della città. Per il premier miliardario Babis si è trattato di un vero e proprio smacco, la sua prima sconfitta in politica che ne appanna inevitabilmente l’immagine, dopo aver incessantemente collezionato trionfi negli scorsi cinque anni.

Da rilevare nella comunali a Praga anche il tentativo fallito di Tomio Okamura, leader del partito sovranista, anti Ue a anti migranti dell’Spd, di puntare nella campagna elettorale sulla immagine del vicepremier e ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, sottolineando la vicinanza politica della Spd alla Lega nord, ora forza di governo in Italia. L’operazione a Praga di gemellaggio con Salvini a Praga non è riuscita e Okamura non è andato oltre un risicato 3,5%. Complessivamente delundente il suo risultato anche nel resto del paese.

Per quanto riguarda in particolare il voto di rinnovo di un terzo del Senato – in palio 27 seggi su 81 complessivi che compongono la Camera alta – solo due candidati hanno ottenuto, con più del 50% dei voti, il mandato al primo turno. Il primo è Jiri Drahos, l’ex capo della Accademia delle scienze, che alle scorse elezioni presidenziali ha perso il ballottaggio per il Castello di Praga con l’attuale capo dello stato Milos Zeman. Questa volta ce l’ha fatta sostenuto da una coalizione formata dai cristiano democratici del Kdu-Csl, dai conservatori europeisti del Top 09, dai Verdi e dai sindaci e indipendenti di Stan. Di Drahos si parla come di uno dei favoriti per la carica di prossimo presidente del Senato. Il secondo ad aver già ottenuto il mandato senatoriale è Jiri Cunek, Kdu-Csl, già senatore e governatore della Regione di Zlin.

Per quanto riguarda gli altri 25 seggi tutto è rinviato al ballottaggio in programma fra una settimana, ma è già evidente che la coalizione alla guida del paese – formata da Ano e Cssd, con il sostegno esterno dei comunisti del Kscm – non potrà contare anche sulla maggioranza al Senato. In vista delle sfide decisive del 12 e 13 ottobre, i partiti che avranno il maggior numero di aspiranti sono i civici democratici dell’Ods, 11 candidati, e i populisti di Ano, 10 candidati. I socialdemocratici della Cssd, che giungevano a questo voto difendendo 13 mandati, potranno mantenerne solo cinque al ballottaggio, nella migliore delle ipotesi, che sin da ora appare molto remota.