Abe vince elezioni partito: potrà diventare il premier più longevo

Ampia vittoria, ma che lascia aperte le incertezze

SET 20, 2018 -

Tokyo, 20 set. (askanews) – Shinzo Abe si è assicurato oggi la possibilità di diventare il primo ministro che per più a lungo ha guidato il governo del Giappone. Il premier nipponico, infatti, ha vinto le elezioni interne al Partito liberaldemocratico (Jiminto): nel sistema giapponese il leader del partito di maggioranza si assicura anche la guida del paese.

La vittoria di Abe era scontata e, anzi, più che il dubbio sulla vittoria, ci si chiedeva con che margine avrebbe staccato il suo sfidante, il “falco” Shigeru Ishiba che è stato suo ministro della Difesa in passato. Abe, comunque, aveva già ottenuto il sostegno delle principali fazioni interne al Jiminto, le cosiddette “habatsu”. Cinque su sette si erano espresse a suo favore.

Alla fine, ci sono stati 553 voti per Abe su 807. In particolare, il premier ha stravinto tra i parlamentari del partito con 329 voti su 402. Più combattuta è stata la battaglia tra i rappresentanti locali del partito: 224 voti su 405. Il fatto che Ishiba sia riuscito a ottenere il 44,5 per cento di voti tra i rappresentanti del territorio, quindi, rappresenta un elemento di riflessione per il primo ministro, anche se la vittoria così netta gli garantisce tre anni di possibile autonomia.

Abe è alla seconda esperienza come premier, che però dura già da sei anni. Questa vittoria potrebbe consentirgli di battere il precedente record che appartiene a Taro Katsura, un primo ministro che ha governato nel primo decennio del 1900. Attualmente Abe è quinto in questa speciale classifica della longevità dei premier nipponici.

Tuttavia, di fronte ad Abe, ci sono ancora diverse sfide da vincere. La prima sono le elezioni che dovrebbero tenersi nella tarda primavera-estate del prossimo anno per la Camera dei Consiglieri, la camera alta. In ballo c’è la cosiddetta “supermaggioranza” che consentirebbe di far passare in parlamento la riforma costituzionale, che è al centro del programma del primo ministro.

Abe e il suo partito intendono modificare la Costituzione pacifista, inserendo nell’Articolo 9 – quello che sancisce il ripudio della guerra e la rinuncia a possedere forze armate – il riconoscimento delle Forze di autodifesa, facendo uscire così queste ultime da un limbo costituzionale che ne limita le possibilità di utilizzo.

Tuttavia il percorso di questa riforma, un obiettivo di lungo periodo del premier, è ancora accidentato. Oltre a ottenere il via libera parlamentare – con una maggioranza dei due terzi in entrambe le camere – la riforma dovrebbe essere approvata anche in un referendum costituzionale. E i sondaggi sono molti incerti.

“Considero il risultato un messaggio incoraggiante dagli elettori i quali vogliono che io eserciti la mia forte leadership per il pubblico e per la nazione nei prossimi tre anni”, ha detto Abe, che comunque ha fatto oggi un passo importante.

Di certo, però, qualche preoccupazione per la forza di Ishiba nel voto dei rappresentanti locali in Abe ci deve essere. Diversi analisti segnavano nel 55 per cento il limite di sicurezza perché in futuro il premier non si trovi ad essere un’anatra zoppa. Ha superato quell’asticella per un soffio (il 55,3 per cento). Per questo Ishiba ha potuto dichiarare: “Penso che il risultato provi che il Jiminto non è monolitico. Molti quadri del partito hanno espresso sostegno per me e penso che sia mia responsabilità far sì che la loro voce risuoni nella nuova leadership”. Va comunque detto che Ishiba, sulla questione della riforma costituzionale, è ancora più spinto di Abe.