Roma, 17 set. (askanews) – Hong Kong ha iniziato a ripulire le strade di una città che è stata investita in pieno dalla furia di Mangkhut, il supertifone che ha sradicato alberi, danneggiato case e creato disagi a non finire. All’ex colonia britannica, comunque, è andata certamente meglio che alle Filippine, dove il bilancio dei morti ha raggiunto quota 65 e i soccorsi stanno ancora scavando nel fango caduto sulla città di montagna di Itogon, nell’isola principale di Luzon.
La frana a Itogon ha travolto un rifugio di emergenza che era stato usato dai minatori della zone e dalle loro famiglie. Nessuno è stato tirato fuori vivo dal fango, ha spiegato il sindaco Victorio Palangdan.
Il portavoce della polizia filippina Benigno Durana ha detto che altre 43 persone sono ancora disperse e più di 155mila restano nei centri di evacuazine a due giorni dal passaggio del supertifone. Le fattorie di nord Luzon, che producono la gran parte del riso e del mais che serve ad alimentare la popolazione filippina. Gli effetti del tifone, quindi, saranno più duraturi: ha creato devastazione a un mese circa dal raccolto.
Dopo aver attraversato Luzon, Mangkhut si è diretto si Hong Kong e Macao, per arrivare nelle ultime ore di ieri nella Cina meridionale, con due morti segnalati nella provincia di Guangdong.
Le autorità cinesi si dice abbiano evacuato oltre 3 milioni di persone e ordinato a decine di migliaia di barche da pesca di rimanere in porto in vista dell’arrivo di quella che i media cinesi hanno definito il “Re delle Tempeste”.
A Hong Kong le autorità hanno definito i danni “gravi ed estesi” con oltre 300 feriti. Mangkhut è arrivato alla massima allerta per un tifone, il grado “T10”.
Residenti, alcuni dei quali in giacca e cravatta, si sono riversati per strada per cercare, dopo il passaggio del tifone, di ripulire le strade da alberi caduti, fango e macerie varie. Le scuole sono state chiuse e i servizi di autobus sono stati bloccati. (Fonte Afp)