Arrestata la santona (sudcoreana) che picchiava i fedeli

Immagini del Guardian la mostrano mentre massacra adepti

SET 17, 2018 -

Roma, 17 set. (askanews) – La pesante mano di Dio si abbatteva sui volti dei fedeli con una frequenza e una violenza apparentemente proprie di altre forze, molto più umane. Ad avere il ceffone facile, in realtà, era la pastora Shon Ok-ju, santona di un culto cristiano sudcoreano, la Chiesa della Via della Grazia, che è finita dietro le sbarre con tre fedeli mentre tornava nel paese asiatico. A raccontare la storia è oggi il Guardian.

Lei con 400 dei suoi fedeli si era spostata nel 2014 alle Fiji, dopo che aveva predetto una devastante carestia che avrebbe colpito la Corea del Sud (evidentemente non verificatasi). Infine, la santona stessa aveva deciso che la terra promessa non era così promessa e aveva mollato i 400 fedeli alle Fiji, rientrando a Seoul, dove ad attenderla ha trovato angeli custodi senza ali e con pronte le manette.

Il Guardian ha pubblicato oggi un video in cui si mostrano le pratiche liturgiche applicate dalla santona: schiaffi, capelli tirati, violenze. Le immagini sono state riprese in Corea del Sud, prima dell’esodo. Ma, secondo i fedeli, le botte sono continuate anche nell’Eden polinesiano.

In diverse immagini si sente Shin urlare ai fedeli di prendersi a schiaffi tra di loro. La pratica sarebbe servita per cacciare il diavolo dai loro corpi mortali. In un lungo comunicato il culto non ha affatto negato le difficilmente smentibili percosse. Le ha anzi giustificate da un punto di vista dottrinale, dicendo che Shin “ha biblicamente rimbrottato persone, riprovando pubblicamente il loro comportamento, in modo che potessero pentirsi e non peccare più”.

A rendere più cupa la vicenda c’è anche il sospetto che le bibliche mazzate abbiano provocato la morte di uno dei fedeli, un anziano signore che era andato alle Fili ed era stato picchiato in maniera selvaggia. Poi, tornato in Corea del Sud, sarebbe morto un anno dopo. Qualcuno pensa per le conseguenze delle percosse. La chiesa però nega ogni coinvolgimento. “Se l’uomo fosse morto per essere stato picchiato centinaia di volte, perché mai la moglie, il figlio, la nuora e i suoi nipoti starebbero ancora felicemente in quella chiesa che avrebbe ucciso il marito, il padre, il nonno?” Mos/Int9