Eurobarometro: maggioranza anti establishment ma non anti Ue

Per il 56% in Ue (71% in Italia) sono necessari veri cambiamenti

MAG 23, 2018 -

Bruxelles, 23 mag. (askanews) – A un anno esatto dalle prossime elezioni europee, un sondaggio Eurobarometro, condotto nell’aprile 2018 da Kantar Public su 27.601 cittadini dei 28 Stati membri, fa presagire anche più di quanto non si pensasse finora che la prossima legislatura dell’Europarlamento sarà dominata da una netta maggioranza anti establishment ed “eurocritica”, anche se non necessariamente anti europea.

Il sondaggio, commissionato dall’Europarlamento, mostra che il 60% degli intervistati ritiene che l’appartenenza all’Ue rappresenti una “cosa positiva” e più di due terzi è convinto che il proprio Paese ne abbia tratto beneficio dall’appartenenza. E questo è il punteggio favorevole più alto mai registrato dal 1983. In Italia, tuttavia, le percentuali favorevoli all’Europa sono molto più basse, anche se in aumento rispetto all’ultimo sondaggio analogo di sei mesi fa. Il 39% degli italiani intervistati ha risposto che l’appartenenza dell’Italia all’Ue è una cosa positiva (tre punti in più rispetto allo scorso novembre), e il 44% (cinque punti in più) che l’Italia ne ha tratto beneficio.

Per gli italiani, i temi più importanti da affrontare in campagna elettorale sono l’immigrazione (66%), la lotta alla disoccupazione giovanile (60%), l’economia e la crescita (57%) e la lotta al terrorismo (54%).

Ma i dati nuovi più interessanti del sondaggio sono quelli relativi alle domande sui circa 70 nuovi partiti e movimenti politici sorti nei paesi Ue fra il 2013 e il 2018, molti dei quali si caratterizzano come anti establishment. La maggioranza degli intervistati li percepisce in modo piuttosto positivo. Solo il 38% (34% in Italia) li considera come una minaccia alla democrazia, contro la metà degli intervistati che non la pensa in questo modo, mentre il 53% (il 55% in Italia) ritiene che possano trovare nuove soluzioni meglio dell’attuale establishment politico.

Il 56% degli intervistati nell’Ue (il 71% in Italia) ritiene che sia necessario un vero cambiamento, e che tale cambiamento possa essere condotto dai movimenti e dai partiti anti-establishment, contro il 32% (21% in Italia) che non è d’accordo con quest’affermazione.