Giappone, monaco denuncia tempio buddista per danni da superlavoro

Lavoro fatto passare come addestramento religioso

MAG 17, 2018 -

Roma, 17 mag. (askanews) – Un monaco giapponese del Monte Koya, che è un complesso di templi buddisti patrimonio dell’Umanità UNESCO, ha presentato una denuncia per danni da superlavoro. L’ha riferito oggi il suo avvocato Noritake Shirakura.

Il religioso di mezz’età ha chiesto 8,6 milioni di yen (78mila dollari) al suo tempio, nel quale lavorava dal 2008, per essere caduto in depressione nel 2015. “Se lavori come monaco, troppo spesso non hai orario”, ha spiegato Shirakura. “Fornisci lavoro, ma ti viene detto che è parte del tuo addestramento religioso. E, se è addestramento, devi tener duro, anche se ci sono momenti molto duri”. Ma questa, per il legale, “è una notizie antiquata”.

Shirakura non ha fornito il nome del cliente e del tempio denunciato. Ma ha spiegato che al religioso venivano richieste attività che andavano ben oltre l’impegno religioso, come la cura dei turisti, e che gli era capitato di lavorare senza giorni di riposo anche per due mesi.

Nel 2015 quando il complesso del Monte Koya ha celebrato i suoi 1.200 anni, l’aggravio di lavoro per l’accoglienza turistica gli è diventata insopportabile. Alcuni giorni lavorava 17 ore di seguito.

Il monaco si è avvalso di un parere del locale ufficio del lavoro, che ha rilevato un caso di superlavoro.

La sua vicenda, per quanto rara, non è tuttavia un caso unico in Giappone. Nel 2017 il celebre tempio buddista Higashi Honganji è stato costretto a scuse pubbliche per non aver pagato gli straordinari e per abusi sul posto di lavoro.

Recentemente è suonato spesso in Giappone l’allarme “karoshi”, parola che indica la “morte da superlavoro”. A marzo 2017 è stata diffusa una statistica secondo la quale nell’anno precedente sono state riconosciute 191 morti da superlavoro.